Un’espulsione di massa coronale (CME) è arrivata in ritardo rispetto al previsto, ed ha colpito il campo magnetico della Terra ieri, 16 maggio, alle 08:20 ora italiana, innescando una tempesta geomagnetica classe G2. L’impatto ha generato aurore rosse in Colorado (USA) immortalate da Aaron Watson. La tempesta si è calmata poche ore dopo ed è ormai conclusa.
CME, tempeste geomagnetiche e aurore
Le espulsioni di massa coronale (CME) sono enormi espulsioni di plasma e campo magnetico dal Sole che viaggiano nello Spazio interplanetario. Quando una CME interagisce con il campo magnetico terrestre, può causare una tempesta geomagnetica attraverso un processo complesso che coinvolge diverse fasi e interazioni fisiche.
Le CME trasportano campi magnetici intensi. Quando raggiungono la Terra, la loro interazione con la magnetosfera terrestre dipende dalla direzione e dalla forza del campo magnetico portato dalla CME. Se il campo magnetico della CME è orientato in modo opposto a quello terrestre, si verifica un processo chiamato riconnessione magnetica, che permette al campo magnetico interplanetario di trasferire energia e particelle cariche nella magnetosfera terrestre. Questa riconnessione aumenta l’energia immagazzinata nella magnetosfera, che può essere rilasciata rapidamente, creando una tempesta geomagnetica. Durante queste tempeste, le particelle cariche accelerate vengono intrappolate e guidate lungo le linee del campo magnetico verso le regioni polari della Terra.
Le particelle cariche, principalmente elettroni, che precipitano lungo le linee del campo magnetico terrestre entrano nell’atmosfera superiore e collidono con atomi e molecole di gas, come ossigeno e azoto. Queste collisioni eccitano gli atomi, che emettono luce quando ritornano al loro stato fondamentale, producendo le aurore. L’ossigeno emette luce verde e rossa, mentre l’azoto emette luce blu e viola, creando spettacoli aurorali visibili nelle regioni polari.