È stato scoperto il segreto che permette agli embrioni dei killifish turchesi, pesciolini africani che vivono nelle pozzanghere di Zimbabwe e Mozambico, di entrare in uno stato di “vita sospesa” e sopravvivere così agli oltre 8 mesi di stagione secca: la chiave sta in geni antichissimi che risalgono a più di 473 milioni di anni fa, nonostante i killifish abbiano acquisito questa capacità in tempi molto più recenti, meno di 18 milioni di anni fa.
I pesciolini che sanno “sospendere” la vita
La conferma arriva dallo studio pubblicato sulla rivista Cell e guidato dall’Università americana di Stanford, che ha analizzato nel dettaglio il Dna di queste creature molto ricercate dagli appassionati di acquari. I killifish africani hanno una vita brevissima, di soli 6 mesi circa: si riproducono prima che le loro evanescenti case acquose scompaiano, lasciando gli embrioni nel fango ormai asciutto pronti a schiudersi all’arrivo delle piogge successive.
Il “sospendere” la vita, o diapausa, si verifica anche in altre specie di vertebrati ma i killifish lo portano ad un livello estremo, non solo per il tempo particolarmente lungo in cui riescono a sopravvivere, ma anche perché gli embrioni sospendono tutte le loro funzioni ad uno stadio molto avanzato di sviluppo, quando molti organi come il cuore si sono già formati. Per capire il meccanismo alla base di questa capacità straordinaria, i ricercatori coordinati da Anne Brunet hanno studiato l’espressione dei geni durante le varie fasi dello sviluppo embrionale.
Oltre all’origine estremamente antica dei geni responsabili, gli autori dello studio hanno scoperto che i fattori che controllano e regolano l’espressione di questi geni entrano in gioco anche durante l’ibernazione dei mammiferi e molti sono coinvolti nel metabolismo dei grassi. “È come il giorno e la notte: c’è la vita nello stato normale e la vita nello stato di diapausa – commenta Brunet – e il modo in cui ciò avviene è un ricablaggio della regione regolatrice di un intero insieme di geni“.