Il Premio Nobel Giorgio Parisi ha recentemente partecipato a un incontro a Trieste, durante il quale ha celebrato i 60 anni dell’Istituto di fisica teorica Abdus Salam (Ictp). Parisi ha espresso profonda gratitudine verso i fondatori dell’Ictp, riconoscendo il loro contributo significativo alla storia scientifica e accademica di Trieste. L’intervento di Parisi ha sottolineato l’importanza di questa istituzione nel panorama scientifico internazionale.
Celebrazione dell’Ictp
Durante l’incontro, Parisi ha dichiarato: “L’Ictp è stata una grandissima idea, per cui ringraziamo molto Salam e Budinich. Quest’ultimo, triestino, ha spinto notevolmente la creazione di Ictp prima e Sissa dopo, ed è stato quindi fondamentale in generale per la storia di Trieste e per la sua crescita“. Queste parole mettono in risalto il ruolo chiave di Paolo Budinich, scienziato e accademico triestino, nel promuovere la fondazione di istituti di ricerca di alto livello nella città.
Il contributo di Salam e Budinich
L’Ictp, fondato nel 1964 da Abdus Salam, fisico pakistano e Premio Nobel per la Fisica nel 1979, e da Paolo Budinich, ha svolto un ruolo cruciale nello sviluppo della fisica teorica e nella formazione di scienziati provenienti da paesi in via di sviluppo. Parisi ha ricordato l’impegno di Budinich nel promuovere l’istituzione, che ha posto le basi per la successiva creazione della Scuola Internazionale Superiore di Studi Avanzati (Sissa). “Budinich è stato fondamentale non solo per la creazione dell’Ictp, ma anche per il successo della Sissa“, ha aggiunto Parisi.
L’importanza per Trieste
Parisi ha evidenziato l’impatto significativo dell’Ictp sulla città di Trieste. “L’Ictp ha trasformato Trieste in un centro di eccellenza scientifica, attirando ricercatori di fama mondiale e creando un ambiente stimolante per la ricerca e l’innovazione. Questo ha contribuito enormemente alla crescita culturale e scientifica della città, rendendola un punto di riferimento internazionale“, ha affermato Parisi. Il riconoscimento di Trieste come un hub scientifico globale è in gran parte dovuto agli sforzi instancabili dei suoi fondatori e alla visione che hanno avuto per il futuro della ricerca scientifica.
Investire sui giovani
Parisi ha sottolineato: “I ricercatori vanno all’estero perché il problema è che l’Italia non è un Paese accogliente su questo fronte. Intanto perché i fondi vengono dati in modo saltuario, quindi le persone vanno in luoghi dove possono svolgere bene la loro ricerca“. Questa affermazione mette in luce la mancanza di continuità e sicurezza nei finanziamenti alla ricerca, un problema che costringe molti talenti a cercare stabilità e migliori condizioni all’estero.
Inoltre, Parisi ha evidenziato la scarsità di posti permanenti per i ricercatori in Italia: “Il numero di posti permanenti che ci sono in Italia è scarso, e le persone ci arrivano a un’età relativamente avanzata. Per esempio in Francia la regola è che abbiano un posto permanente entro i 31 anni“. Questo confronto con la Francia evidenzia come in altri Paesi europei i giovani ricercatori possano accedere a posizioni stabili molto prima, favorendo una carriera scientifica più solida e sicura.
Parisi ha anche parlato della distribuzione irregolare dei fondi per la ricerca in Italia: “I soldi in generale in Italia sono pochi e spesi bene ma spesso sono a macchia di leopardo. Ci sono infatti molti centri di eccellenza ma anche molte situazioni in cui la ricerca funziona male“. Questa situazione crea una disparità significativa tra diversi istituti e università, rendendo difficile per molti ricercatori lavorare in ambienti adeguati e ben finanziati.
Secondo Parisi, è essenziale migliorare il livello di tutte le università italiane: “Penso sia estremamente importante fare in modo che tutte le università alzino il livello sopra una soglia minima“. L’obiettivo è garantire che ogni istituzione possa offrire condizioni adeguate per la ricerca, permettendo a tutti i ricercatori di svolgere il loro lavoro in modo efficace e produttivo.