Sono diverse le situazioni critiche in Veneto a causa dell’alluvione che ha colpito la regione. Le intense e abbondanti precipitazioni, avvenute in un breve lasso di tempo, hanno comportato estesi e consistenti allagamenti che coinvolgono i centri abitati dei Comuni di Asolo e Castelfranco Veneto. Ulteriori allagamenti sono segnalati nei comuni di Quarto d’Altino, Altivole, Casier, Fonte, Mogliano Veneto.
Si è registrata la rottura arginale del Muson dei Sassi in comune di Camposampiero con lo sconfinamento delle acque verso i territori posti a Est del camposampierese e confinati a sud dall’argine del Muson Vecchio. Sono inoltre avvenuti smottamenti di terreno che ostruiscono la viabilità nell’area pedemontana trevigiana e bellunese.
Permangono diffusi allagamenti prevalentemente nelle province di Vicenza e Padova per effetto delle precipitazioni di ieri e l’altro ieri. Atteso per oggi il colmo di piena alle sezioni di pianura/foce di Piave, Livenza, Brenta e Bacchiglione. Il Bisatto ed il Fratta-Gorzone potranno mantenere livelli sostenuti dovuti allo smaltimento delle acque presenti nella rete secondaria. In assenza di precipitazioni le porzioni montane dei corsi d’acqua continueranno a presentare decrementi dei livelli.
Alluvione Veneto, Zaia: “bombe d’acqua obbligano a ripensare modelli previsionali”
“Raccomando alla cittadinanza di stare lontano dagli argini che sono ancora pericolosi. Queste bombe d’acqua, questi nuovi fenomeni, ci obbligheranno a rivedere i nostri modelli previsionali che sono già all’avanguardia, ma l’importante è che il sistema messo in piedi dal 2010 con la costruzione dei bacini di laminazione, tutti al lavoro, abbia retto: senza i bacini avremmo avuto danni pesanti e devastanti e Vicenza sommersa. Oggi invece Vicenza è asciutta, non contiamo sfollati, né feriti o peggio“: è quanto ha dichiarato il presidente della Regione Luca Zaia, che ha chiesto lo stato di emergenza
In riferimento alle rotture di argini, “ne contiamo una decina, l’ultima stanotte a Camposampiero (Padova), tutte già arginati eccetto il Muson, ma è nulla in confronto alle 32 del passato, anche considerando che in 40 minuti alle 4 di notte c’era già una squadra al lavoro per contenere i danni,” ha aggiunto Zaia.
Sono 10mila i km di argini del Veneto e in questi anni una parte è stata oggetto di una particolare tecnica di rinforzo chiamata ‘diaframmatura’ che consiste nell’innervarli trasversalmente all’interno con dei pali di acciaio affogati nel calcestruzzo. “Fa parte dei tanti lavori infrastrutturali, 2500 cantieri negli ultimi quattro anni insieme ai nuovi bacini di laminazione, per rendere più sicuro il territorio” ha spiegato il presidente Zaia ricordando che “in queste ore è bene stare lontano dagli argini perché sono pericolosi essendo intrisi di acqua e possono ancora cedere in qualche punto”.
Dei sei bacini di laminazione, cinque sono in provincia di Vicenza, ma solo Colombaretta, Orolo e Muson dei Sassi sono stati riempiti al 100%. Montebello e Caldogno al 50%, Trissino al 40, e il più recente di via Diaz al 30. L’emergenza maltempo non è ancora ufficialmente chiusa né definitivamente passata: 2400 le chiamate, 1501 volontari della protezione civile in campo da tutta la regione, 250 vigili del fuoco in azione e allertato anche il Soccorso alpino per le 15 persone isolate ad Asolo (Treviso).
“Serve un Piano Marshall per la protezione civile”
“Una bomba d’acqua come quella avvenuta nelle ultime ore in Veneto è un evento straordinario, come dice l’Università di Padova, che non accadeva da 300 anni, dall’altro però il clima sta cambiano e i modelli matematici e gli algoritmi per gestire l’idraulica in Veneto sono adeguati costantemente“: è quanto ha affermato Zaia facendo il punto della situazione nella sede della protezione civile. “Il Veneto è la regione in Italia che ha realizzato più opere idrauliche in questi 14 anni e può essere un riferimento a livello nazionale per tutto quello che si è fatto e si farà“. “Resta da fare sicuramente ancora opere. Noi saremmo pronti a ‘mettere a terra’ almeno 1 miliardo di opere soprattutto di rinforzi arginali e penso che l’Italia dovrebbe scegliere un piano Marshall a tutela del dissesto idrogeologico: è inutile andare avanti a pagare danni, meglio andare avanti a pagare opere“.
“È un fenomeno nuovo, ora il peggio è passato”
“I modelli hanno funzionato, anche se siamo davanti a un fenomeno nuovo,” ha detto il governatore Luca Zaia questa mattina. “Il clima sta cambiando, questi temporali così ravvicinati e intensi sono qualcosa che non abbiamo mai visto. È stata una piovosità paragonabile a quella del 2010, ma in quel caso era distribuita in 24 ore. Ieri, invece, è successo in poche ore“. Le conseguenze ci sono state ma, fa presente Zaia, “il peggio è passato“. “Abbiamo chiesto lo stato di emergenza e intendiamo portare avanti il tema della richiesta dei danni“.
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