“Si avvia la vera ricostruzione di Castelluccio di Norcia che renderà questo posto uno dei luoghi più sicuri del mondo“. È quanto ha detto all’ANSA il Commissario straordinario alla ricostruzione post sisma 2016, Guido Castelli. “Oggi – ha aggiunto il Commissario – vengono consegnati i lavori del primo applicativo, vale a dire si inizierà a intervenire sui muri di contenimento, sulle strade e sui sottoservizi, opere propedeutiche per passare poi alla realizzazione delle piastre antisismiche sulle quali sarà ricostruito il centro storico del borgo”. “Le piastre – ha specificato ancora Castelli – contiamo di avviarle alla fine del 2025 e mi piace ricordare che poggeranno su 300 isolatori sismici”.
“Quindi – ha sottolineato ancora – possiamo dire che oggi si avvia la ricostruzione di Castelluccio, un cantiere globale di 60 milioni di euro con una collaborazione tra pubblico e privato”. Il Commissario ha tenuto a evidenziare che tutti gli interventi “saranno realizzati nel massimo rispetto della sostenibilità ambientale“.
Il progetto è stato di nuovo illustrato alla cittadinanza di Castelluccio che ha partecipato numerosa all’appuntamento. Tra i presenti, oltre agli amministratori comunali di Norcia, anche il Presidente della Regione Umbria, Donatella Tesei e il direttore del territorio regionale, Stefano Nodessi Proietti.
Un progetto all’avanguardia
L’intero borgo verrà isolato sismicamente grazie a delle piastre che sosterranno l’abitato, dotate di 300 isolatori sismici, il tutto senza perdere la ”forma urbis” di uno dei luoghi più simbolici dei Monti Sibillini. ‘‘Qui a Castelluccio di Norcia il livello istituzionale, tecnico e antropologico hanno dato il meglio di sé – ha detto il Commissario Castelli – La comunità (ben 117 proprietari) ha saputo lavorare insieme, con uno splendido esempio di connubio tra pubblico e privato, che ci consente oggi di celebrare l’avvio del cantiere che riporterà questo splendido borgo a rinascere in piena sicurezza. Diamo inoltre dimostrazione che è possibile innovare ricostruendo e ricostruire innovando. Castelluccio non è un posto come gli altri: l’Italia intera ci guarda. Quello che stiamo realizzando non è solo un progetto unico e all’avanguardia, ma anche la proposizione per cui la vera tutela di un patrimonio naturalistico come quello del ‘piccolo Tibet’ dei Sibillini, passa necessariamente attraverso il presidio umano”.
“Se l’aquila reale volteggia su questi cieli è perché qualcuno coltiva ancora la lenticchia. In Europa c’è bisogno di questo approccio all’ambiente: l’uomo alleato della natura – ha continuato – E voglio anche sottolineare che presidiare l’Appennino vuol dire preservare anche le fragilità della costa, sempre più soggetta altrimenti agli effetti nefasti dei dissesti idrogeologici. Da noi rischia di essere più pericoloso l’abbandono di suolo, con il 70% di bosco che ricopre il territorio, rispetto al consumo di suolo. Diamo oggi un chiaro segnale che il lavoro di squadra sta producendo un risultato per i castellucciani, per gli umbri e per tutto il Paese”.
Per la presidente della Regione Umbria Tesei: “con la firma dell’inizio lavori del primo applicativo non solo è stata avviata la ricostruzione di Castelluccio, uno dei simboli del cratere sisma 2016, ma è stato mantenuto l’impegno di una ricostruzione rapida ed efficace preso in passato con le comunità umbre colpite dagli eventi sismici del 2016. Personalmente ho voluto seguire con attenzione e determinazione tutte le fasi di questo complesso processo di ricostruzione che, oltre ad abbattere tempi e costi di ricostruzione, riuscirà a garantire sicurezza sismica e tutela ambientale in un borgo che, per le sue peculiarità storico-naturalistiche, è senza alcun dubbio il cuore del Parco Nazionale dei Monti Sibillini”. “Il ‘modello’ adottato, ricostruzione integrata pubblico-privata, e la tipologia di intervento, grande piastra con isolatori sismici, potrà essere replicato anche in altri luoghi colpiti da calamità naturali confermando così l’Umbria una regione all’avanguardia nelle ricostruzioni post-sisma – conclude – Siamo orgogliosi, come Regione Umbria, di essere riusciti a raggiungere questo importante traguardo che dimostra come, negli ultimi anni, sia stato dato impulso alla ricostruzione post-sisma 2016 grazie al lavoro di squadra con la struttura del Commissario, gli enti locali, i comitati, i cittadini, i tecnici e le imprese”.
Tecnici: “fra tre anni Castelluccio sarà meglio di prima”
“Realisticamente, a iniziare da oggi, penso che fra tre anni potremmo rifotografare Castelluccio di Norcia come era prima, meglio di prima e soprattutto abitato“. Lo dice all’ANSA l’ingegner Massimo Conti della Enarconti, uno dei progettisti della ricostruzione del borgo dei Monti Sibillini, distrutto dal terremoto del 2016. “Tra il 2027 e il 2028 – ha aggiunto il professionista – riteniamo che sia una data congrua per avere tutto completato per quanto concerne il nostro intervento. Poi la rifinitura esteriore degli edifici sarà demandata ai privati che giustamente vorranno personalizzare le loro abitazioni”.
L’ing. Sebastiano Ortu della società Sagi, altro progettista della ricostruzione di Castelluccio – assieme anche alle società Trend Project Dsd-Dezi e Tps – ha spiegato invece che “il completamento del primo attuativo che si avvia oggi con muri di contenimento, viabilità e opere di sotto servizi, sarà realizzato in 950 giorni naturali e consecutivi”. “Un tempo – ha aggiunto Ortu – che terrà conto anche delle interruzioni necessarie per rispettare i momenti turistici più significativi di questo luogo come la fioritura e delle avversità meteorologiche, soprattutto nei periodi invernali”.
Il direttore regionale del territorio Stefano Nodessi Proietti ha, invece, sottolineato come tutti gli interventi saranno realizzati nel rispetto della sostenibilità ambientale.