Rischio vulcanico dei Campi Flegrei e legittima preoccupazione dei cittadini

Necessità di chiarezza da parte degli esperti, senza inutili, spesso ingiustificati, catastrofismi lontani dalla realtà scientifica
MeteoWeb

di Benedetto De Vivo* – Dopo ultimo terremoto del 28/4/2024, di Magnitudo 3,9, con ipocentro a circa 4 km di profondità e con epicentro nel mare di Bacoli nei Campi Flegrei si è rimessa in moto la macchina mediatica, fra ipotesi più catastrofiste e quelle improntate a maggiore cautela. In ogni caso anche quelle più cautelative sono per lo più ambigue da parte di Ricercatori che dovrebbero quanto meno essere più chiari, con relative assunzioni di responsabilità.

La cosa che più mi lascia allibito, è che anche da parte dei meno catastrofisti si continua a ipotizzare una presunta risalita di magma, anche sulla base della composizione più solforosa dei fluidi idrotermali.

Scrivo sinteticamente e spero chiaramente di nuovo, seduto su panchina di Piazza S. Di Giacomo, a Posillipo (Pausilipon: luogo del sollievo dal dolore), sul tema solo per chiarire ai cittadini, legittimamente impauriti, quanto segue, sperando di portare un po’ di rasserenamento, rispetto a irresponsabili catastrofismi:

  1. I fluidi idrotermali sono semplicemente acqua calda, con composizione mista magmatica e meteorica. Che nel fenomeno bradisismico i fluidi abbiano ora, come sempre nel passato una componente magmatica, è un fatto ben noto e non c’è bisogno di chiamare in causa arricchimento o meno di idrogeno solforato per stabilirlo; è il caso dire: “si scopre l’acqua calda”;
  2. Tali fluidi si generano per la cristallizzazione del bordo esterno magmatico (definito carapace magmatico). I componenti più volatili del magma sfuggono in parte dal processo di cristallizzazione e migrano verso l’alto, da una profondità di circa 8 km;
  3. I fluidi in loro risalita trovano ad una profondità di circa 3 km, un livello impermeabile (dello spessore di circa 300 m) composto da pozzolana (ritrovamento dei sondaggi geotermici AGIP/ENEL di fine 70);
  4. I fluidi al di sotto del livello impermeabile a circa 3 km, sono in condizione di pressione litostatica (pressione confinata). E’ tale pressione che determina il bradisismo positivo;
  5. La spinta di tali fluidi in pressione litostatica, ad un certo punto, frattura il livello impermeabile di pozzolana sovrastante, generando terremoti con ipocentri sempre intorno, più o meno alla stessa profondità (compresa, fra 2 e 4 km circa; nessuno compreso fra 4 e 8 km);
  6. La fratturazione del livello impermeabile di pozzolana (con conseguenti terremoti, in maggioranza di magnitudo molto bassa) determina una maggiore attività fumarolica, nei cui gas sono contenuti ovviamente anche i fluidi che si sono generati dal carapace magmatico nel processo di cristallizzazione;
  7. I fluidi idrotermali nel fratturare il livello di pozzolana, passano da pressione litostatica a idrostatica, e quindi entrano in ebollizione con deposizione del soluto, sotto forma di mineralizzazioni, per lo più a solfuri. Sostanzialmente il livello impermeabile di pozzolana nei Campi Flegrei svolge lo stesso ruolo del coperchio di una pentola a pressione nelle nostre cucine nella preparazione dell’acqua in cui cuocere la pasta. I fluidi idrotermali in ebollizione depositano quindi il proprio soluto, vale a dire, in prevalenza solfuri. Fra questi, sono abbondanti, pirite, pirrotite, galena; meno abbondanti, calcopirite, sfalerite, arsenopirite, scheelite; più rari, millerite, violarite, bismuto nativo, tellurobismutite, cassiterite, molibdenite, acantite, e anche oro (del quale un tracciante inequivocabile è l’alunite – un solfato di alluminio e potassio – abbastanza diffuso nella Solfatara). I dati ottenuti dalle inclusioni fluide contenute nei cristalli delle carote dei sondaggi geotermici, indicano, intra alia, che le temperature rilevate da misure dirette durante i sondaggi AGIP/ENEL, alle rispettive profondità sono più fredde di circa 50°C rispetto alle temperature fossili registrate nelle inclusioni fluide (Vedi: De Vivo B., Barbieri M., Belkin H. E., Chelini W., Lattanzi P., Lima A. and Tolomeo L., 1989. The Campi Flegrei (Italy) geothermal system: a fluid inclusion study of the Mofete and San Vito fields. J. Volcanol. Geotherm. Res., 36: 303-326). Questo indica che c’è un raffreddamento complessivo del fronte magmatico rispetto al passato geologico. Comunque non affermo certo che ci sia la presenza di un giacimento minerario da sfruttare in profondità nei Campi Flegrei. Ma la tessitura dei minerali ritrovati, indica chiaramente che si tratta di fasi autogeniche depositate dai fluidi geotermici. Tali mineralizzazioni in tempi geologici potrebbero costituire, in un lontanissimo futuro geologico, un deposito tipo porphyry Cu/Mo. Tali depositi minerari si ritrovano diffusamente nella Catena delle Ande, nelle Montagne Rocciose (USA), e in tutta la catena Circumpacifica (Vedi: Belkin H.E., McAleer R.J, De Vivo B., 2024. Ore mineralization in the Mofete and San Vito geothermal fields, Campi Flegrei volcanic complex, Naples, Italy. Eur. J. Mineralogy). Nella sostanza le mineralizzazioni ritrovate nei sondaggi geotermici AGIP/ENEL di Mofete e San Vito, costituiscono un embrione di “giacimento minerario”, che può diventare appunto “giacimento” con tempistica geologica. Quanto da noi ritrovato nei Campi Flegrei, è quanto viene riscontrato, ma in uno stadio più maturo, anche nel vulcano attivo di White Island in Nuova Zelanda;
  8. Nell’attuale situazione nei Campi Flegrei, una volta che tutto il sistema si sarà scaricato dell’energia in gioco generata dai fluidi idrotermali, il bradisismo positivo con terremoti terminerà, seguito dalla deposizione di minerali lungo le fratture. Il sistema geotermico si ”richiuderà”, dando così inizio alla fase di bradisismo negativo;
  9. Il paradosso di tutto il fenomeno è che il bradisismo non è determinato da magma che “sale” ma dalla sua “migrazione più in basso” (in realtà il fronte magmatico, è stazionario, ma il magma in senso stretto, migra a maggiore profondità, a causa della cristallizzazione del suo carapace);
  10. I processi di cui sopra sono testimoniati dalla presenza di mineralizzazioni che abbiamo riscontrato in inclusioni fluide contenuti nei cristalli delle carote (campioni di rocce) dei 15 sondaggi geotermici Agip/ENEL spinti fino a 3,4 km di profondità. Analizzando le stesse carote la Prof. Tiziana Vanorio (già Ricercatrice di Università di Napoli, Federico II, ora a Stanford University, puteolana di origine), ha brevettato con una Start-Up, un nuovo tipo di cemento con la composizione delle carote di pozzolana dei sondaggi AGIP/ENEL;
  11. Fare mere ipotesi che il bradisismo sarebbe generato da risalita di magma, non è sostenuto da alcuna evidenza geofisica nei Campi Flegrei. Non viene, cioè, registrata da INGV/OV la presenza di ipocentri dei terremoti alla profondità compresa fra 4 e 8 km. E un magma che risale fra 4 e 8 km senza “farsi sentire” attraverso i terremoti, NON ESISTE. Come scritto in precedenti interventi, il magma-ballerino che “salirebbe e scenderebbe”, in modo silenzioso, fra 8 e 4 km, e in modo rumoroso (terremoti) solo a partire da circa 4 km, è una pura, fantastica, sciocchezza.

Solo se ci fosse evidenza di terremoti con ipocentri fra 4 e 8 km, bisognerebbe preoccuparsi, rispetto a quanto paventato, irresponsabilmente, da documentari scellerati (TV francesi, svizzere), senza una chiara presa di posizione da parte di tanti presunti esperti nostrani (con qualche eccezione). Non bisognerebbe mai dimenticare che ci sono milioni di cittadini che vivono con legittima preoccupazione/paura il succedersi dei terremoti dovuti al bradisismo. Quindi tutti dovrebbero intervenire con misura su quanto si verifica, senza abbandonarsi a smisurate manifestazioni di protagonismo, spesso senza solide basi scientifiche sulla fenomenologia in atto.

Mi permetto inoltre di rimarcare che per l’interpretazione di questi fenomeni naturali sarebbe necessario procedere con un approccio olistico, forse meno “specialistico” e con apertura completa verso la multidisciplinarietà, su solide basi di cultura classica, storico-filosofica (un approccio questo verso la scienza sostenuto con forza da Robert Oppenheimer – Vedi libro: Bird K e Sherwin M.J., 2023. Oppenheimer. Trionfo e caduta dell’inventore della bomba atomica. Garzanti, Milano).

Che fare da parte del Governo?

  1. Preparare, comunque il territorio, per le future generazioni, in funzione di evento peggiore (attualmente NON in calendario, sulla base appunto dei dati scientifici rilevati da INGV/OV, in modo sistematico e certamente veritiero, con monitoraggio continuo di stazioni multiparametriche), con la creazione di ampie vie di fuga;
  2. Mettere nei posti di responsabilità a livello istituzionale, persone anche a livello internazionale, di assoluta, comprovata, competenza;
  3. Fare uno screening nella Zona Rossa dei Campi Flegrei a livello sismico di condizioni di edifici fatiscenti, mettendoli in sicurezza sismica.

Rimando sul tema ai contributi scientifici:

  1. De Vivo B. and Lima A., 2006. A hydrothermal model for ground movements (bradyseism) at Campi Flegrei, Italy. In: Volcanism in the Campania Plain: Vesuvius, Campi Flegrei and Ignimbrites (De Vivo B., Edt). Developments in Volcanology 9, Elsevier, p. 289-317;
  2. Bodnar R. J., Cannatelli C., De Vivo B., Lima A., Belkin H. E. and Milia A., 2007. Quantitative model for magma degassing and ground deformation (bradyseism) at Campi Flegrei, Italy: implications for future eruptions. GEOLOGY,35(9): 791-794. doi: 10.1130/G23653A.1;
  3. Lima A., De Vivo B., Spera F. J., Bodnar R. J., Milia A., Nunziata C., Belkin H. E. and Cannatelli C., 2009. Thermodynamic model for the uplift and deflation episodes (bradyseism) associated with magmatic-hydrothermal activity at the Campi Flegrei active volcanic center (Italy). Earth Science Review, 97, 44-58. Doi: 10.1016/j.earscirev.2009.10.001.
  4. De Vivo B., Lima A., Bodnar R. J., Milia A. e Spera F. J., 2009. Il rischio di eruzione nei Campi Flegrei. Le Scienze, Dicembre, 496, 96-103.
  5. Cannatelli C., Spera F. J., Bodnar R. J., Lima A. and De Vivo B., 2020. Ground movement (bradysesim) in the Campi Flegrei volcanic area: a review. In: “Vesuvius, Campi Flegrei, and Campanian volcanism”, In: De Vivo B., Belkin H. E & Rolandi G., Eds, Elsevier, Chapt. 15, 407-433. ISBN: 978-0-128-16454-9.
  6. Lima A., Bodnar R. J., De Vivo B., Spera F. J. and Belkin H. E., 2021. Interpretation of recent unrest events (bradyseism) at Campi Flegrei, Napoli (Italy): Comparison of models based on cyclical hydrothermal events versus shallow magmatic intrusive events. Geofluids, ID 2000255 Doi: 10.1155/2021/2000255.

E ai tanti contributi pubblicati su MeteoWeb: (Vedi contributo https://www.meteoweb.eu/2024/04/rischio-vulcanico-campi-flegrei-catastrofismo-mediatico/1001406974 e precedenti links di altri contributi in esso riportati).

*Benedetto De Vivo: Adjunct Prof: Virginia Tech, Blacksburg 24061, VA, USA; Nanjing University., Nanjing, Cina; Hubei Polytechnic University, Huangshi, Cina. Già Prof. Univ. di Napoli Federico II. Ora Prof. presso Univ. Telematica Pegaso, Napoli. 2019 Gold Medal Award dell’Association of Applied Geochemists.

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