Un’analisi rivoluzionaria di 475 antichi genomi di cavalli pubblicata questa settimana su Nature ha ridefinito le nostre conoscenze sull’addomesticazione del cavallo moderno, suggerendo che questa non sia avvenuta prima del 2.700 a.C. Questi ritrovamenti sfidano le ipotesi precedenti, che postulavano un’addomesticazione avvenuta in epoche più remote. I cavalli hanno avuto un impatto profondo sulla storia umana, incrementando la mobilità delle popolazioni. Tuttavia, la linea temporale tra l’addomesticazione dei cavalli e la loro integrazione come mezzo di trasporto universale è rimasta a lungo oggetto di dibattito tra gli studiosi.
Una nuova analisi genomica
Per esplorare i tempi potenziali dell’addomesticazione, Pablo Librado, Ludovic Orlando e colleghi hanno eseguito analisi genomiche su 475 cavalli antichi e 77 moderni. La loro ricerca ha rivelato un netto cambiamento nelle pratiche di allevamento dei cavalli intorno al 2.200 a.C., compresa l’introduzione dell’accoppiamento tra parenti stretti. Questo cambiamento ha portato alla sostituzione di quasi tutte le stirpe dei cavalli con le moderne linee di sangue domestiche.
Questa espansione delle nuove linee di sangue domestiche è stata preceduta da un collo di bottiglia addomesticativo, a partire dal 2.700 a.C., in cui il tempo di generazione (relativo all’età dei cavalli al momento della riproduzione) è stato ridotto, facilitando così l’allevamento di nuovi cavalli domestici. Le pratiche di allevamento descritte da Librado e Orlando evidenziano un periodo di intensa selezione e gestione delle caratteristiche genetiche dei cavalli, con l’obiettivo di ottenere animali più docili e adatti alle esigenze umane. Questo processo di selezione genetica mirata rappresenta un passaggio cruciale nella transizione dai cavalli selvatici ai cavalli domestici moderni, e segna un punto di svolta nella storia dell’addomesticazione animale.
Le migrazioni Yamnaya
Ricerche precedenti suggeriscono che la migrazione degli Yamnaya avvenne tra il 3.300 e il 2.600 a.C. Tuttavia, i tempi determinati da questo studio sono incompatibili con l’ipotesi che le persone delle steppe legate agli Yamnaya fossero accompagnate da grandi mandrie di cavalli domestici moderni.
Questo suggerisce che, sebbene gli Yamnaya possano aver interagito con cavalli non completamente domestici, la vera addomesticazione dei cavalli avvenne successivamente. Gli Yamnaya, noti per le loro avanzate tecniche di pastorizia e la loro capacità di spostarsi su vaste distanze, potrebbero aver utilizzato cavalli per il trasporto e per altre attività, ma non in modo sistematico come si è visto nelle epoche successive. Questa nuova interpretazione dei dati genetici solleva interrogativi sulle dinamiche sociali e culturali degli Yamnaya e sul loro impatto sulle popolazioni europee con cui vennero a contatto. Inoltre, la distinzione tra l’uso precoce dei cavalli e la piena addomesticazione offre spunti significativi sulla comprensione di come le pratiche umane si siano evolute nel tempo per includere l’addomesticazione sistematica di animali cruciali per l’economia e la mobilità.
L’addomesticazione nei Cavalli Botai
Gli autori dello studio hanno anche trovato prove di pratiche di addomesticazione nei cavalli della cultura Botai, inclusa una riduzione del tempo di generazione. Ciò significa che l’allevamento ippico potrebbe aver avuto luogo in alcune regioni prima del 2.700 a.C. Tuttavia, questa pratica non ha portato a una mobilità diffusa dei cavalli, come osservato nelle popolazioni successive. I cavalli Botai, sebbene addomesticati in un certo senso, potrebbero non aver avuto le caratteristiche necessarie per diventare il mezzo di trasporto dominante nell’antichità. L’analisi dei genomi suggerisce che i cavalli Botai erano utilizzati prevalentemente per la produzione di latte e non per la cavalcatura o il trasporto.
Questo differente uso dei cavalli Botai rispetto ai cavalli delle steppe occidentali riflette una diversità nelle strategie di sussistenza e nelle pratiche culturali delle diverse popolazioni dell’epoca. La mancanza di una diffusione capillare della mobilità dei cavalli Botai indica che l’addomesticazione, pur essendo una tecnologia potente, non sempre portava a un cambiamento radicale immediato nelle società, ma poteva essere integrata in modi diversi a seconda delle necessità e delle risorse disponibili.
Le scoperte di Librado, Orlando e colleghi rappresentano un passo significativo nella comprensione di come i cavalli siano diventati compagni indispensabili per l’umanità, trasformando le civiltà attraverso i millenni. L’addomesticazione del cavallo ha avuto implicazioni profonde per lo sviluppo delle società umane, facilitando la diffusione delle culture, il commercio e le guerre, e modificando radicalmente il paesaggio sociale ed economico del mondo antico. Il processo di selezione e allevamento descritto nello studio rappresenta una tappa fondamentale nella lunga storia dell’interazione tra uomo e animale, evidenziando come la conoscenza e la manipolazione genetica siano state utilizzate per migliorare le caratteristiche desiderate negli animali domestici. Le implicazioni di queste nuove scoperte sono vaste e offrono numerosi spunti per future ricerche nel campo della genetica, dell’archeologia e della storia antica.