Un team di scienziati giapponesi ha compiuto un passo importante nello sviluppo di robot più espressivi e capaci di interazione naturale con gli esseri umani. Attraverso l’utilizzo di cellule umane, hanno creato un equivalente della pelle in grado di simulare un sorriso realistico su superfici robotiche. Questa innovazione, presentata sulla rivista scientifica “Advanced Materials”, apre nuove strade per la robotica sociale, con potenziali applicazioni in svariati ambiti, come l’assistenza sanitaria, l’educazione e l’intrattenimento.
I robot sanno sorridere
Il sistema si basa su una tecnica chiamata “ingegneria tissutale“, che permette di coltivare in laboratorio cellule umane in modo da farle crescere e organizzarsi in strutture tridimensionali simili a tessuti reali. In questo caso, i ricercatori hanno utilizzato cellule staminali pluripotenti indotte (iPSC), capaci di trasformarsi in qualsiasi tipo di cellula del corpo umano.
Le cellule sono state indotte a differenziarsi in fibroblasti, il tipo di cellula principale della pelle. I fibroblasti sono stati quindi fatti crescere su una matrice di collagene, creando un sottile strato di pelle artificiale. Questo strato è stato poi attaccato alla superficie di un robot, conferendogli la capacità di muoversi e deformarsi in modo da simulare un sorriso.
I risultati ottenuti sono incoraggianti e dimostrano la fattibilità di creare robot con espressioni facciali realistiche e naturali. Questo aspetto è fondamentale per migliorare l’interazione uomo-macchina, rendendo i robot più amichevoli e facili da relazionare.
La tecnologia sviluppata dai ricercatori giapponesi è ancora in fase sperimentale e necessita di ulteriori perfezionamenti. Tuttavia, rappresenta un passo avanti significativo nel campo della robotica sociale e apre nuove possibilità per il futuro di questa disciplina.
Le potenzialità di questa tecnologia
Oltre al sorriso, questa tecnologia potrebbe essere utilizzata per creare altre espressioni facciali, come la rabbia, la tristezza o la sorpresa. Inoltre, potrebbe essere impiegata per sviluppare robot con pelle più sensibile al tatto, in grado di percepire e rispondere al tocco umano.
Le potenziali applicazioni di questa innovazione sono numerose e spaziano dall’assistenza sanitaria, dove robot con espressioni facciali realistiche potrebbero aiutare i pazienti a sentirsi più a loro agio, all’educazione, dove robot “insegnanti” potrebbero catturare l’attenzione degli studenti e rendere l’apprendimento più coinvolgente, fino all’intrattenimento, dove robot con espressioni buffe e divertenti potrebbero intrattenere il pubblico.
Lo sviluppo di robot più espressivi e capaci di interazione naturale con gli esseri umani rappresenta un obiettivo importante per la robotica sociale. La tecnologia presentata dai ricercatori giapponesi contribuisce in modo significativo al raggiungimento di questo obiettivo e apre nuove e interessanti prospettive per il futuro.