Almeno 1.301 pellegrini sono deceduti durante l’Hajj, uno dei cinque pilastri dell’Islam, a causa del caldo estremo. Le autorità saudite hanno riferito che la maggior parte delle vittime erano pellegrini non autorizzati, costretti a camminare per lunghe distanze sotto il sole cocente. L’agenzia di stampa saudita Spa ha evidenziato che il pellegrinaggio di quest’anno si è svolto durante un’ondata di caldo, con temperature che hanno superato i +50°C. Oltre tre quarti dei deceduti non possedevano i permessi ufficiali per partecipare al pellegrinaggio e hanno affrontato le condizioni estreme senza un adeguato riparo. Tra le vittime vi erano molti anziani e persone con malattie croniche.
Il Ministro della Sanità, Fahd Al-Jalajel, ha dichiarato che sono stati intensificati gli sforzi per sensibilizzare i pellegrini sui pericoli del caldo e su come mitigare lo stress da calore. Le strutture sanitarie hanno assistito quasi mezzo milione di pellegrini, inclusi oltre 140.000 non autorizzati, e alcuni di essi sono ancora ricoverati per colpi di calore. L’Arabia Saudita è stata criticata per non aver adottato misure sufficienti a garantire la sicurezza dei pellegrini, specialmente quelli non registrati, che non hanno accesso a strutture con aria condizionata e trasporti ufficiali dell’Hajj. Il centro meteorologico nazionale saudita ha registrato temperature fino a +51,8°C a La Mecca.
L’Indonesia ha riportato oltre 200 morti tra i suoi cittadini, mentre l’India ha registrato 98 vittime. Altri decessi sono stati confermati da Pakistan, Malesia, Giordania, Iran, Senegal, Sudan e dalla regione autonoma del Kurdistan iracheno. L’Hajj è il pellegrinaggio annuale alla città santa della Mecca, obbligatorio per tutti i musulmani che sono finanziariamente e fisicamente in grado di compierlo almeno una volta nella vita. Quest’anno, circa 1,8 milioni di persone hanno partecipato al pellegrinaggio, secondo le autorità saudite.