L’aumento della frequenza e dell’intensità dei cicloni tropicali, indotto dal cambiamento climatico, rappresenta una minaccia seria e preoccupante per le popolazioni di uccelli marini in tutto il mondo. Un recente studio pubblicato sulla rivista “Communications Earth & Environment” ha messo in luce le drammatiche conseguenze che questi eventi estremi possono avere sulla fauna selvatica, basandosi sugli effetti devastanti del ciclone Ilsa sull’Isola Bedout in Australia Occidentale. I risultati di questo studio, condotti da un team di ricercatori guidati dalla dottoressa Jennifer Lavers, offrono un’analisi dettagliata e approfondita dell’impatto devastante dei cicloni tropicali sulle popolazioni di uccelli marini, evidenziando la gravità della situazione e la necessità di interventi urgenti per proteggere queste creature vulnerabili.
L’impatto del ciclone Ilsa
Lo studio della dottoressa Lavers e del suo team si è concentrato sull’analisi dell’impatto del ciclone Ilsa, un ciclone di categoria 5 che ha attraversato l’Isola Bedout il 13 aprile 2023. L’isola, situata al largo della costa dell’Australia Occidentale, ospita numerose colonie di uccelli marini, tra cui la tetta bruna (Sula leucogaster), la fregata minore (Fregata ariel) e una sottospecie endemica del booby mascherato (Sula dactylatra beduti).
Per valutare l’impatto del ciclone sulle popolazioni di uccelli marini, i ricercatori hanno condotto rilevazioni aeree e a terra tra il 17 aprile e il 21 luglio 2023. I risultati di queste rilevazioni sono sconvolgenti: si stima che l’80-90% delle popolazioni delle tre specie di uccelli marini studiate siano state uccise dal ciclone. Si tratta di una perdita di almeno 20.000 individui, con la maggior parte delle vittime costituite da adulti in fase di riproduzione.
L’analisi dei dati raccolti ha permesso ai ricercatori di comprendere le diverse modalità con cui il ciclone Ilsa ha avuto un impatto devastante sulle popolazioni di uccelli marini. I forti venti e le piogge torrenziali hanno causato la distruzione dei nidi, l’annegamento degli uccelli e l’impossibilità di reperire cibo. Inoltre, lo stress causato dal ciclone ha indebolito gli uccelli, rendendoli più vulnerabili alle malattie e ai predatori.
Conseguenze drammatiche per la sopravvivenza e l’ecosistema
La perdita di un numero così elevato di individui rappresenta una seria minaccia per la sopravvivenza a lungo termine delle popolazioni di uccelli marini dell’Isola Bedout. Gli uccelli marini hanno una vita media lunga, tempi di generazione lunghi e producono un numero limitato di pulcini ogni anno. Una perdita così significativa potrebbe impedire alle colonie di riprendersi prima dell’arrivo del prossimo ciclone, portando a un declino irreversibile e all’estinzione locale di queste specie.
Le conseguenze di questo declino non si limiterebbero alle popolazioni di uccelli marini. Queste creature svolgono un ruolo fondamentale negli ecosistemi insulari, trasportando nutrienti dal mare alla terra attraverso il loro guano. La scomparsa di queste colonie potrebbe avere conseguenze devastanti per la flora e la fauna dell’isola, alterando l’equilibrio ecologico e compromettendo la salute dell’intero ecosistema.