Nel fitto scenario pandemico del Covid-19, le rivelazioni che emergono gettano ombre di dubbio sulle narrazioni ufficiali, offrendo credito a teorie che molti avevano liquidato come “complottistiche“. La Verità, rivista d’inchiesta, si fa paladina di un’analisi esaustiva che rivela le menzogne e le lacune nella gestione di questa crisi senza precedenti. Questo periodo ha portato alla ribalta una serie di questioni spinose che richiedono un riesame critico delle politiche e delle strategie sinora adottate, suscitando interrogativi sulla trasparenza e l’efficacia delle azioni intraprese dalle autorità a livello mondiale.
L’origine del Virus: dal laboratorio di Wuhan alla verità nascosta
Uno degli aspetti più controversi che emergono è l’origine stessa del virus. Mentre le istituzioni ufficiali proponevano teorie incerte, i cosiddetti “complottisti” avanzavano l’audace ipotesi che il Covid-19 potesse essere stato creato in un laboratorio di Wuhan e accidentalmente rilasciato nell’ambiente circostante.
Questa teoria, una volta scartata con sufficienza, sta ora guadagnando terreno grazie alle ammissioni di Anthony Fauci, il quale ora ammette che la fuga dal laboratorio non può essere esclusa a priori. L’analisi dettagliata del New York Times condotta dalla biologa Alina Chan sta affermando con sempre maggiore convinzione l’ipotesi di un’origine innaturale del virus pandemico, sollevando dubbi sulla trasparenza delle autorità e sulla veridicità delle informazioni divulgate finora.
Le terapie ignorate
Oltre alla questione dell’origine del virus, emerge un’altra problematica di rilevanza cruciale: il trattamento della malattia stessa. Fin dall’inizio della pandemia, le autorità sanitarie hanno puntato principalmente sulle misure preventive, ignorando alternative terapeutiche che potenzialmente avrebbero potuto mitigare l’impatto devastante del virus.
Nel corso del tumultuoso anno 2020, il Ministro della Salute italiano Roberto Speranza si pose come sostenitore del protocollo “Tachipirina e vigile attesa” come approccio principale nel trattamento dei pazienti affetti da Covid-19. Questa strategia, adottata non solo in Italia ma anche da molti suoi omologhi internazionali, si basava principalmente sull’uso di paracetamolo per gestire i sintomi leggeri della malattia, con un’attenzione limitata verso altre opzioni terapeutiche.
Tuttavia, nel giugno 2021, la rivista scientifica EClinicalMedicine ha ospitato uno studio che ha portato una svolta nel dibattito sulla gestione terapeutica del Covid-19. Il rinomato esperto Giuseppe Remuzzi ha sostenuto l’efficacia degli anti-infiammatori nel ridurre significativamente la gravità della malattia. Secondo Remuzzi, l’uso tempestivo di farmaci anti-infiammatori potrebbe ridurre fino al 90% il numero di giorni di ricovero dei pazienti affetti da Covid-19, offrendo una nuova speranza nella lotta contro la pandemia.
Ma le sorprese non finiscono qui. Un altro studio, condotto nel 2022 e pubblicato sul prestigioso New England Journal of Medicine, ha promosso la terapia con il plasma dei guariti come ulteriore opzione terapeutica. Questa terapia, proposta da una figura di spicco nel campo medico come De Donno, ha suscitato un acceso dibattito, con alcuni che la consideravano una soluzione promettente e altri che la accusavano di essere poco sostenuta dalle evidenze scientifiche.
Tuttavia, il tragico suicidio di De Donno, avvenuta nel frattempo, a causa di chi lo considerava “complottista” infittisce e ancora di più la questione.
La verità sul lockdown, le mascherine e il Green Pass
Il dibattito sul lockdown è stato uno dei più accesi fin dall’inizio della pandemia, con studi e opinioni contrastanti che hanno messo in dubbio la sua efficacia nel contenimento della diffusione del virus.
Numerosi studi hanno messo in discussione l’efficacia di queste misure nel contenere la diffusione del virus, evidenziando i loro effetti collaterali negativi sulla salute mentale, sull’economia e sulla società nel suo complesso. Tra questi studi critici, spicca quello redatto dall’Istituto sanitario tedesco, che è totalmente in disaccordo con l’idea del lockdown come valore aggiunto per contrastare la propagazione del Covid-19.
Anche mascherine sono state oggetto di controversie riguardo alla loro efficacia, specialmente nei bambini. Anthony Fauci ha dichiarato che non esisteva “alcuno studio” che supportasse pienamente l’efficacia delle mascherine nei bambini.
Il green pass, introdotto come strumento per garantire la sicurezza dei vaccinati contro il Covid-19, ha suscitato polemiche e critiche. Anche coloro che inizialmente sostenevano questa misura hanno espresso dubbi dopo la scoperta che, con l’avvento della variante Omicron, i vaccini non proteggevano completamente dall’infezione. Gianni Rezza, un sostenitore del green pass, ha ammesso che “qualche eccesso lo avrei evitato“, riconoscendo che la situazione stava cambiando rapidamente e che le politiche di prevenzione dovevano essere adattate di conseguenza.
Dubbi sui vaccini: AstraZeneca coinvolta in una Class Action
Il capitolo dei vaccini rappresenta l’ultimo, e forse il più dibattuto, punto nella gestione della pandemia da Covid-19. Le richieste di studi e approfondimenti sull’efficacia e sulla sicurezza dei vaccini sono state costanti fin dall’inizio della campagna vaccinale.
Attualmente, uno dei principali produttori di vaccini, AstraZeneca, si trova al centro di una controversia legale, essendo coinvolta in una class action da parte delle vittime vaccinali. Uno studio pubblicato di recente ha confermato le preoccupazioni riguardo agli effetti collaterali del vaccino AstraZeneca, ammettendo che il farmaco potrebbe “provocare, in casi molto rari, trombosi con sindrome da trombocitopenia“.
Si tratta ancora di complottismo?