Il Consiglio dei Ministri, su proposta del Ministro delle imprese e del made in Italy, Adolfo Urso e del Ministro dell’ambiente e della sicurezza energetica, Gilberto Pichetto, ha approvato il “DL Materie prime critiche”, per adeguare la normativa nazionale sul settore minerario agli obiettivi e standard europei previsti dal regolamento Critical Raw Materials Act, in funzione delle transizioni digitale e green. Questo provvedimento promuove un nuovo approccio di sistema all’approvvigionamento di materie prime critiche e strategiche. Il decreto, infatti, ha come obiettivo – da un lato – di analizzare la domanda e i fabbisogni del Paese grazie ad attività di monitoraggio delle catene di approvvigionamenti e – dall’altro – di incentivare l’offerta di materie prime. Con questa finalità viene avviato un Programma nazionale di esplorazione, vengono semplificate le procedure autorizzative e rafforzato il Fondo Nazionale del Made in Italy. Infine, il decreto si pone l’obiettivo di elaborare sistemi di monitoraggio in caso di perturbazioni dell’approvvigionamento.
Più in dettaglio, il decreto ha lo scopo di rilanciare il settore minerario italiano attraverso procedure semplificate per gli iter autorizzativi dei progetti strategici. Come previsto dal Regolamento, un progetto per essere definito “strategico” deve essere validato dalla Commissione Europea. Una volta ottenuto il sigillo strategico da parte dell’esecutivo Ue, sarà lo Stato a rilasciare le autorizzazioni necessarie, con tempistiche coerenti e migliorative rispetto a quelle previste nel Regolamento.
Il testo prevede che spetti allo Stato il rilascio dei titoli abilitativi o autorizzatori. Il MASE è l’amministrazione competente per ogni titolo relativo all’estrazione e alle autorizzazioni al riciclo di materie prime critiche strategiche: le tempistiche per la durata della procedura non possono superare rispettivamente i 18 e 10 mesi. Al MIMIT compete invece la procedura autorizzativa relativa alla trasformazione di materie prime critiche strategiche, per una durata massima di dieci mesi.
Il provvedimento introduce anche un nuovo sistema di “royalties” per le concessioni minerarie di progetti strategici, che saranno corrisposte annualmente in favore dello Stato e della Regione interessata per progetti su terraferma.
Il DL prevede inoltre l’istituzione, presso il Ministero delle imprese e del made in Italy, del Comitato tecnico permanente per le materie prime critiche e strategiche, al quale è affidato il monitoraggio delle catene di approvvigionamento, oltre alla predisposizione di un Piano Nazionale delle materie prime critiche.
Sono stati individuati, inoltre, tre “punti unici di contatto”. I primi due presso il Ministero dell’ambiente e della sicurezza energetica per la presentazione delle istanze relative a progetti di estrazione e riciclo. Il terzo è istituito presso il Ministero delle imprese e del made in Italy per la presentazione dei progetti strategici aventi a oggetto la trasformazione.
Il Mimit dovrà analizzare i fabbisogni, monitorare le catene del valore ed eseguire eventuali prove di stress. Per farlo, sarà realizzato, in linea con il Regolamento, il Registro nazionale delle aziende e delle catene del valore strategiche con l’obiettivo di individuare le grandi imprese che operano sul territorio nazionale e che utilizzano materie prime strategiche in una serie di settori cruciali relativi alle batterie, agli aeromobili, ai dispositivi elettronici mobili e alle apparecchiature connesse alla robotica, alla produzione di energia rinnovabile e ai semiconduttori.
Nasce infine un Programma di esplorazione nazionale delle materie prime critiche che dovrà essere promosso dall’Istituto Superiore per la Protezione e la Ricerca Ambientale (ISPRA) entro il 24 maggio 2025 e sottoposto a riesame quinquennale come previsto dal Critical Raw Materials Act.
Urso: “al via programma nazionale di esplorazione”
“Il decreto legge sulle materie prime critiche adegua la normativa nazionale sul settore minerario agli obiettivi e agli standard europei”. Il provvedimento propone un “nuovo approccio di sistema all’approvvigionamento di materie prime strategiche: da una parte analizza la domanda e i fabbisogni del Paese e dall’altra incentiva l’offerta di materie prime. Con queste finalità viene avviato un programma nazionale di esplorazione, vengono semplificate le procedure autorizzative e rafforzato e indirizzato il Fondo Nazionale del Made in Italy che ha una dotazione iniziale di un miliardo di euro”. Lo afferma il Ministro delle Imprese, Adolfo Urso, nella conferenza stampa che si svolge dopo il Cdm.
Il decreto legge sulle materie prime ”ha lo scopo di semplificare gli iter autorizzativi dei progetti strategici. Come sapete, il regolamento individua 34 progetti strategici. Di queste 34 materie prime critiche fondamentali alla duplice transizione, cioè alla sfida che l’Unione Europea ha davanti a sé, noi ne abbiamo già individuate nel nostro territorio, secondo le vecchie mappe, almeno 15, particolarmente importanti e significative”, ha continuato Urso.
”Un aspetto che caratterizza l’urgenza del decreto sulle materie prime critiche è quello che riguarda la “remunerazione economica, secondo le attuali, molto vecchie normative del 1927, nel caso di un’esplorazione di una miniera credo che la tariffa sia 16 euro l’ettaro l’anno”. Nel provvedimento ”si prevede un regime di royalty sul modello del petrolio in Basilicata che prevede dal 5% al 7% ripartito tra lo Stato e le regioni”. “È giusto che lo Stato, insieme agli enti locali, possa ricavarne i benefici per tutti i cittadini”, ha detto ancora Urso.
Pichetto: “abbiamo grandi giacimenti”
Il Ministro dell’Ambiente Gilberto Pichetto, sull’eventuale apertura di nuove miniere per estrarre materie prime critiche, ha risposto: “abbiamo anche dei grandi giacimenti, si tratterà di vedere le condizioni di estraibilità: pensiamo al cobalto, ce n’è una parte rilevante sull’Appenino tra Piemonte e Liguria, dalle prime stime è rilevante. Poi le condizioni di estraibilità saranno da valutare caso per caso”.
“Quella che è la valenza del litio credo che non sfugga a nessuno. Per quanto riguarda le principali tipologie di batterie il litio è un elemento fondamentale a livello mondiale. Attualmente è sotto controllo cinese sia nell’estrazione sia nel trattamento perché, ad esempio, il litio sudamericano viene trattato dai cinesi con le loro tecnologie. La Cina detiene il 50% del controllo di proprietà e oltre l’85% della lavorazione. Noi stiamo iniziando un percorso che prevede mappatura per capire quali potranno essere i giacimenti. Oggi è difficile fare delle valutazioni per quanto riguarda i volumi“, ha affermato Pichetto.
Inoltre, aggiunge, bisognerà capire i giacimenti che ci sono nei 27 Paesi europei: “bisognerà capire la convenienza economica rispetto agli altri Paesi europei per quanto riguarda l’estrazione di quello o di quell’altro minerale raro. Fare una stima diventa molto difficile da fare in questo momento. Potremmo avere dei quantitativi colossali ma poi in Scandinavia l’estrazione è a metà prezzo e con un quantitativo superiore”.