Grande surplus di piogge, rischio siccità scongiurato anche al Centro Italia: invasi ai massimi | DATI

Siccità, la riunione dell'Osservatorio permanente sugli utilizzi idrici, convocata da Gaia Checcucci, segretario generale dell'Autorità di bacino Distrettuale dell'Appennino Settentrionale, fa il punto della situazione
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E’ scongiurato il rischio siccità nell’estate 2024 in Liguria e Toscana. La fotografia uscita dalla riunione dell’Osservatorio permanente sugli utilizzi idrici, convocata da Gaia Checcucci, segretario generale dell’Autorità di bacino Distrettuale dell’Appennino Settentrionale, offre un colpo d’occhio confortante, soprattutto per merito delle riserve accumulate nelle acque sotterranee, ossia nelle falde da cui dipendono i due terzi dei prelievi, indicando uno scenario attuale di severità idrica “normale“. C’è invece una maggiore incertezza per le acque superficiali che dipende dalla morfologia dei medesimi: tutti i corsi d’acqua delle regioni di pertinenza – Liguria, Umbria e Toscana – hanno carattere torrentizio, quindi legato alle piogge estive ed alle riserve degli invasi.

Ad oggi, dunque, il monitoraggio delle acque sotterranee mostra una sorta di tesoretto, prodotto dalle piogge, superiori alla media, del periodo autunnale/primaverile, e quindi una situazione di inizio estate relativamente tranquilla. Ciò non deve dare la falsa impressione che si possa contare su una risorsa infinita. Al contrario, gli sprechi e gli usi impropri non saranno assolutamente consentiti e laddove necessario si interverrà con indagini mirate e correlate misure di limitazione degli utilizzi come previsto dal regolamento dell’Osservatorio.

Buona anche la situazione degli invasi, con una percentuale di riempimento totale superiore al 96% come la fotografia, distinta per regione, dimostra.

In Toscana l’invaso di Bilancino (Fi) registra un volume di 67,65 milioni di metri cubi su un massimo di 69 milioni; la diga di Montedoglio (Ar) registra un volume di 121 milioni di metri; le dighe di Levane e La Penna (Ar), insieme, registrano 8,21 milioni di metri cubi su un massimo di 9,3 milioni di metri cubi. Nel reticolo del Serchio, gli invasi significativi registrano, complessivamente un volume di 27, 5 milioni di metri cubi su un massimo di 30. Calcione (Si) registra 3,9 milioni di metri cubi su un massimo di 4.

In Liguria, l’invaso Brugneto (Ge) registra un volume di circa 25 milioni di metri cubi, corrispondente al massimo invasabile.

Il regime delle acque superficiali nel nostro territorio è torrentizio, fortemente dipendente dalle precipitazioni e con tipiche criticità estive, come rappresentato dal bilancio idrico appena aggiornato, delle acque superficiali – spiega CheccucciAd oggi, grazie alle piogge di maggio, superiori di circa il 33% alle medie storiche (in Toscana circa 100 mm), tutte le stazioni monitorate indicano situazioni in media con le portate del periodo o superiori. La portata in Arno a Nave di Rosano è oggi di 13 mc/s; la soglia al di sotto della quale possono insorgere problemi ambientali e di approvvigionamento idrico a Firenze è di circa 5/5,5 mc/s. Si ricorda che in ogni caso, quando si arriva in prossimità della soglia critica, si attiva il “sostegno” ai deflussi attraverso un programma di svaso dalla diga di Bilancino, che viene concordato in Osservatorio e che in genere inizia a luglio e spesso si protrae fino ad autunno inoltrato”. La portata del Serchio a Ripafratta, che nel corso dell’estate del 2022 arrivò a valori inferiori a 4 mc/s, o ad oggi dell’ordine di 18 mc/s. Sono nella media anche tutti i corsi d’acqua nel sud della Toscana.

Analoga situazione per la Liguria – prosegue Checcuccidove le portate medie mensili sono nella media ovunque: nel centro, nel levante e nel ponente della regione. Tuttavia che, anche per la Liguria, basta un periodo, anche breve, senza piogge, per far sì che che i deflussi calino molto rapidamente: va quindi tenuta alta l’attenzione perché non si superino le soglie di criticità individuate, prevedendo per tempo tale possibilità di superamento in modo da attuare le necessarie azioni di mitigazione (es riduzione progressiva dei prelievi, sospensione dei prelievi non essenziali, utilizzo di altre fonti)“.

Alla riunione dell’Osservatorio, presieduta da Gaia Checcucci, hanno partecipato i rappresentanti dei Ministeri dell’Agricoltura, delle Infrastrutture, del Dipartimento della Protezione civile; delle Regioni Toscana, Liguria, Umbria oltre agli enti e alle istituzioni del territorio interessati alla risorsa idrica (Enel, Arpat, Lamma, Anbi, Ispra, Ait). In Osservatorio si è appurato tramite il Lamma che il mese di maggio 2024 è risultato il mese più caldo nella serie storica a livello globale, ma soprattutto è stato il dodicesimo mese consecutivo che ha registrato un valore di temperature superiore alla media storica. Contrariamente, Il mese di giugno 2024 sta rimanendo nella media per quanto riguarda le temperature, mentre per luglio e agosto sono previste precipitazioni al di sotto della media”.

Il quadro della risorsa idrica – ha detto Gaia Checcuccicomprende sia le acque superficiali, sia quelle sotterranee ed è un argomento di grande importanza e complessità. Le informazioni fornite dagli enti coinvolti nell’Osservatorio hanno contribuito a disegnare un quadro dettagliato e preciso che, attraverso informazioni accurate, complete e aggiornate, rappresenta la base su cui effettuare proiezioni attendibili per misurare lo stato di salute della nostra risorsa. Su queste premesse abbiamo costruito scenari in grado di valutare la stagione estiva 2024, cercando di capire se dovremo limitarci a un ruolo di sorveglianza o se, invece, saranno necessari nuovi provvedimenti. Indagando anche sull’eventuale insorgere di situazioni critiche“.

Quanto più i dati e le informazione di tutti i soggetti istituzionali e non, che costituiscono l’Osservatorio continuerà ad essere – come lo è stata fino ad ora – puntuale e documentata, – ha detto ancora il Segretario Generale – tanto più saremo in grado, mediante le elaborazioni tecniche interne all’Autorità, di intercettare subito se qualcosa non va come dovrebbe, facendo scattare indagini mirate sul territorio che confermino eventuali prelievi non autorizzati da fermare immediatamente; o, nella migliore delle ipotesi, criticità di tipo ambientale e meteorologico, dovute ad esempio alle alte temperature che richiederanno ugualmente un intervento di mitigazione e protezione“.

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