“Siamo in piena emergenza e stiamo cercando di mitigare gli effetti della carenza idrica. I Sindaci ci chiedono continuamente maggiore risorsa, ma non sempre è disponibile, ci sono sorgenti che hanno perso il 50% delle portate, la diga del Menta è al 47% della capacità di riempimento. Con il caldo poi quadri elettrici ed elettropompe vanno in avaria, le condotte per portare più acqua vengono sollecitate e si rompono”. L’amministratore unico di Sorical, Cataldo Calabretta, riassume l’impatto che la siccità sta avendo in alcune aree della Calabria. Sono state allertate la Protezione Civile e le Prefetture e le riunioni sono diverse.
“Occorre stabilire delle regole di convivenza civile – afferma Calabretta – non è possibile riempire piscine pubbliche e private con l’acqua potabile, non è possibile sprecare l’acqua per annaffiare i giardini, in un contesto di siccità. Nei fine settimana, come ogni anno a giugno, tutti i serbatoi dei paesi costieri vanno in tilt per gli eccessivi consumi. Se non si pone fine agli sprechi e non si mette mani alle reti idriche i disagi sono destinati adaumentare”.
“Prima che partisse il percorso di riforma del servizio idrico integrato – si legge in una nota di Sorical – la Calabria era l’unica regione italiana a non aver attuato la “legge Galli” ed avere circa 400 gestioni in economica decadute dal 2014. Nonostante diverse diffide del Governo a partire dal 2015, i sindaci calabresi per decenni hanno mostrato resistenze al cambiamento. Con il governo Occhiuto si è riusciti a fare ciò che altri avevano solo annunciato. L’avvocato Cataldo Calabretta ha guidato la società nel complesso periodo di trasformazione e di uscita dallo stato di liquidazione. La sua mission è stata anche quella di verificare se ci fossero le condizioni affinché la Sorical, fino a quel momento gestore solo degli acquedotti regionali, fosse nelle condizioni economiche e giuridiche di ricevere l’affidamento in house del servizio idrico integrato. Operazione conclusasi nell’ottobre 2022″.
I dati dell’emergenza: