Teramo: necropoli dell’Età del Ferro scoperta durante lavori di ampliamento dell’Università | FOTO

“Finora sono state individuate due aree della necropoli, che si compone di tombe del tipo “a circolo”"
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È stata “aperta” e illustrata oggi alla stampa la necropoli dell’Età del Ferro rinvenuta nel cantiere della sede del Dipartimento di Medicina Veterinaria dell’Università di Teramo. “Nel corso delle attività di archeologia preventiva, avviate in località Piano d’Accio nell’ambito degli interventi di completamento del polo agro-bio-veterinario, – spiega ad Adnkronos il rettore dell’Università di Teramo, Dino Mastrocola sono state rinvenute delle sepolture riferibili all’Età del Ferro”.  A seguito della scoperta, la Soprintendenza per le province di L’Aquila e Teramo ha richiesto lo scavo archeologico di tutta l’area, “al fine di portare in luce in modo completo le sepolture”. 

L’Università di Teramo, sotto la direzione scientifica della Soprintendenza, ha quindi incaricato un team di professionisti che stanno eseguendo lo scavo e il recupero dei resti archeologici. Si tratta degli archeologi Alessandro Mucciante e Iolanda Piersanti, della restauratrice Laura Petrucci e dell’antropologa Samantha Fusari, coadiuvati dalla ditta Progeco srl.  “Finora – fa presente il rettore – sono state individuate due aree della necropoli, che si compone di tombe del tipo “a circolo”, caratterizzate dalla presenza di un circolo di pietre che segnala la tomba, di una fossa contenente il defunto e il suo corredo”. Si tratta per lo più di vasi di ceramica di varia tipologia, “simbolo del banchetto aristocratico, di armi in ferro nel caso degli individui di sesso maschile e di fibule e fusaiole per le donne”.

“Oggi – riprende Mastrocola – durante la visita è venuto fuori lo scheletro di una donna con indosso una collana di ambra e altri monili. E poi, nelle 13 tombe finora scavate, è spuntato fuori anche un orcio che ha contenuto vino”.  Di particolare interesse la sepoltura di un bambino, che presenta al collo un torques in ferro, un collare tipico delle tombe infantili.  Allo stato attuale, le sepolture sembrano collocabili fra il VII e il VI secolo a.C.. “L’Università di Teramo e la Soprintendenza stanno già lavorando in vista di un accordo di valorizzazione, affinché i reperti archeologici vengano restaurati, studiati, pubblicati e valorizzati mediante la loro musealizzazione negli spazi messi a disposizione dall’Università”.

In occasione delle Giornate Europee dell’Archeologia sarà possibile visitare, domenica 16 giugno, il cantiere archeologico e ascoltare il racconto dei professionisti relativamente alle scoperte e alle attività che si stanno conducendo. L’evento, su prenotazione, è organizzato grazie alla sinergia fra Soprintendenza, Università di Teramo e Fai-Fondo per l’Ambiente Italiano, delegazione di Teramo.

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