Nel tumore dello stomaco, e della giunzione gastro-esofagea, è assolutamente necessario garantire l’accesso ai trattamenti innovativi e lo stesso standard di cura a tutti i pazienti. In totale le nuove diagnosi l’anno sono oltre 15mila e l’assenza di terapie specifiche, soprattutto per gli stadi avanzati, è un importante bisogno insoddisfatto. La ricerca ha però reso disponibili nuovi farmaci che rappresentano una grande speranza per malati e caregiver. Bisogna però rendere sostenibili sia i costi dei test diagnostici che quelli per le cure stesse. E’ quanto emerge oggi durante un Expert Meeting sulla patologia oncologica a cui partecipano medici specialisti, istituzioni, associazioni di pazienti e altri professionisti del settore. L’evento si svolge a Roma ed è promosso e realizzato da ISHEO (Integrated Strategies for Health Enhancing Outcomes). Rientra nel progetto Target Therapy Networks, realizzato con il contributo non condizionante di Astellas Pharma S.p.A. Si pone l’obiettivo di lavorare, attraverso un network multi-specialistico, per aumentare la consapevolezza sugli attuali bisogni insoddisfatti dei pazienti. Propone inoltre interventi da attuare per una presa in carico globale dei malati e il miglioramento dei percorsi di diagnosi e cura.
“Di solito la sintomatologia si manifesta soprattutto negli stadi avanzati della malattia e ciò comporta diagnosi quasi sempre tardive – afferma il prof. Carmine Pinto, Direttore della Struttura Complessa di Oncologia Medica dell’AUSL – IRCCS di Reggio Emilia – Dopo anni di stallo iniziamo a riscontrare significativi progressi grazie all’introduzione di innovativi regimi di terapia. Risulta indispensabile l’accesso, per i pazienti, ad un adeguato testing di campioni tumorali affinché si possa effettivamente ottenere anche le nuove cure”. “E’ una neoplasia che presenta diverse sfaccettature a causa della sua complessa natura – prosegue il prof. Giovanni de Manzoni, Direttore del Dipartimento di Scienze Chirurgiche, Odontostomatologiche e Materno-Infantili dell’Università di Verona – E’ vitale riuscire ad individuare la corretta stadiazione e per ottenerla è importante una forte collaborazione multi-specialistica. L’innovazione tecnologica e l’evoluzione delle cure stanno portando nuove opportunità che vanno sfruttate al meglio”. “Lo studio delle alterazioni molecolari consente trattamenti più personalizzati ed efficaci – prosegue il prof. Matteo Fassan, Ordinario di Anatomia Patologica all’Università di Padova e Direttore della UOC di Anatomia Patologica – Ospedale Ca’ Foncello, ULSS2 Marca Trevigiana (Treviso) – Da quest’analisi possiamo individuare una terapia a bersaglio molecolare alla quale affiancare i consolidati regimi di chemioterapia. In quest’ottica, l’anatomopatologo è una figura cardine nel team multidisciplinare per valutare quelli che sono i test immunoistochimici da effettuare. Le soluzioni per affrontare queste questioni non sono di facile fattura, richiedono enormi sforzi logistici e strategici, ma bisogna trovare le risorse per farlo, per il bene comune dei pazienti”.
Il carcinoma dello stomaco è il quinto tumore maligno più comune al mondo nel 2020 e rappresenta la quarta causa di morte per cancro. In Italia le persone che vivono con una diagnosi sono più di 82mila. “Affrontare e convivere con una malattia così importante è estremamente difficile, sia per il paziente che per il caregiver – sottolinea Claudia Santangelo, Presidente dell’Associazione pazienti “Vivere Senza Stomaco, Si Può ODV – La nostra Associazione fornisce utili informazioni in modo tale da rendere maggiormente consapevoli i pazienti nella scelta del proprio percorso di cura”. “I costi reali di un singolo paziente possono essere diversi dalla somma delle risorse rimborsate dal servizio sanitario sulla base delle tariffe riconosciute – riferisce il dott. Davide Integlia, General Manager di ISHEO – Se la differenza tra costi assorbiti e quelli rimborsati è elevata essa può costituire un ostacolo reale all’accesso effettivo alle nuove terapie”. “I rimborsi del servizio sanitario nazionale e i costi reali spesso purtroppo non coincidono – conclude il dott. Alberto Pasdera, Coordinatore del Comitato Scientifico del N.I.San. Network italiano sanitario – E’ fondamentale capire che non può bastare l’innovazione scientifica e la tecnologica. C’è anche bisogno di risorse adeguate e di una corretta ripartizione delle stesse per un accesso uniforme ed equo all’innovazione. Così è possibile dare voce alla sostenibilità economica del sistema e garantire, ai pazienti tutto ciò che occorre per le nuove strategie terapeutiche, senza difformità regionali”.