Un recente studio retrospettivo di coorte basato sulla popolazione ha valutato in maniera approfondita i tassi di eventi avversi (EA) che coinvolgono tromboembolia cerebrale (CTE) dopo la somministrazione dei vaccini COVID-19. Questo studio, condotto con meticolosità e rigore scientifico, ha utilizzato i dati raccolti dal database VAERS (Vaccine Adverse Event Reporting System) dei Centri statunitensi per il controllo e la prevenzione delle malattie (CDC) e dalla Food and Drug Administration (FDA) dal 1 gennaio 1990 al 31 dicembre 2023, offrendo un quadro dettagliato e temporale degli eventi avversi segnalati. I risultati di questo studio sono particolarmente allarmanti alla luce delle preoccupazioni crescenti riguardanti la sicurezza dei vaccini COVID-19, e sollevano interrogativi cruciali sulle implicazioni a lungo termine della vaccinazione di massa in risposta alla pandemia globale.
Vaccini Covid-19 e Tromboembolia Cerebrale
Il database VAERS, una risorsa fondamentale per la raccolta di dati sugli eventi avversi post-vaccinazione, è stato utilizzato per raccogliere in maniera sistematica e dettagliata i dati sugli eventi avversi segnalati in relazione ai vaccini COVID-19, ai vaccini antinfluenzali e a tutti gli altri vaccini. Gli eventi avversi di tromboembolia cerebrale (CTE) segnalati dopo la vaccinazione contro il COVID-19 sono stati confrontati con quelli successivi ai vaccini antinfluenzali e a tutti gli altri vaccini utilizzando l’analisi del rapporto proporzionale di segnalazione (PRR) in base al tempo.
Questa metodologia avanzata consente di identificare eventuali differenze significative nei tassi di segnalazione degli EA tra diversi gruppi di vaccini, permettendo così di isolare e comprendere meglio i rischi specifici associati a ciascun tipo di vaccino. L’analisi dettagliata dei PRR, con intervalli di confidenza e valori di p, offre un quadro chiaro e scientificamente robusto dei rischi relativi, fornendo una base solida per le decisioni politiche e sanitarie.
L’incremento dei casi di Tromboembolia Cerebrale
Nel periodo di 36 mesi successivo alla vaccinazione contro il COVID-19, sono stati segnalati un totale di 5.137 eventi avversi di tromboembolia cerebrale. Questo dato è significativamente più elevato rispetto ai 52 eventi avversi segnalati per i vaccini antinfluenzali negli ultimi 34 anni (408 mesi) e ai 282 eventi avversi segnalati per tutti gli altri vaccini (esclusi i vaccini contro l’influenza) nello stesso periodo di 34 anni.
I PRR risultano essere altamente significativi quando si confrontano gli eventi avversi associati ai vaccini COVID-19 con quelli dei vaccini antinfluenzali (p < 0,0001) e con quelli di tutti gli altri vaccini (p < 0,0001), indicando un rischio notevolmente maggiore di tromboembolia cerebrale con i vaccini COVID-19. Il PRR degli EA CTE nel tempo ha mostrato valori estremamente preoccupanti: 1120 (intervallo di confidenza al 95% (723-1730), p < 0,0001) per gli EA del vaccino COVID-19 rispetto agli EA dell’influenza e 207 (intervallo di confidenza al 95% (144-296), p < 0,0001) per i vaccini COVID-19 rispetto a tutti gli altri vaccini.
Questi dati indicano un rischio significativamente maggiore di tromboembolia cerebrale associata ai vaccini COVID-19 rispetto agli altri vaccini considerati, sollevando serie preoccupazioni sulla sicurezza di questi vaccini e la necessità di una revisione approfondita delle politiche di vaccinazione.
Differenze di genere e tipologia di tromboembolismo
L’analisi dettagliata ha inoltre rivelato che gli eventi avversi legati al tromboembolismo venoso cerebrale sono prevalentemente femminili, con un odds ratio femmine/maschi di 1,63 (intervallo di confidenza al 95% (1,52-1,74), p < 0,0001). Questo dato suggerisce una vulnerabilità maggiore nelle donne rispetto agli uomini, richiedendo ulteriori ricerche per comprendere i meccanismi alla base di questa differenza di genere.
Al contrario, il tromboembolismo arterioso cerebrale ha mostrato una preponderanza non significativa nel sesso maschile, indicando che il rischio potrebbe essere più equilibrato o influenzato da altri fattori non ancora completamente compresi. Inoltre, il tromboembolismo venoso cerebrale si è rivelato molto più comune del tromboembolismo arterioso cerebrale nell’arco di 36 mesi, con un odds ratio (OR) di 14,8 (intervallo di confidenza al 95% 14,0-15,5, p < 0,0001).
Questo suggerisce che, sebbene entrambi i tipi di tromboembolismo siano preoccupanti, il rischio di eventi venosi è significativamente più alto, richiedendo interventi mirati per mitigare questo rischio specifico.
Fibrillazione atriale e tromboembolia cerebrale
Un altro aspetto critico emerso dallo studio è la correlazione tra la fibrillazione atriale e la tromboembolia cerebrale.
La fibrillazione atriale, identificata come la causa più comune di tromboembolia venosa cerebrale, è risultata essere molto più frequente dopo la vaccinazione contro il COVID-19 rispetto a tutti gli altri vaccini, con un PRR di 123 (IC 95% 88,3-172, p < 0,0001).
Questo dato indica una correlazione preoccupante tra la somministrazione del vaccino COVID-19 e l’insorgenza di fibrillazione atriale, che a sua volta aumenta il rischio di eventi tromboembolici cerebrali. La fibrillazione atriale è una condizione cardiaca seria che può portare a complicazioni gravi, e la sua associazione con la vaccinazione contro il COVID-19 richiede un’attenzione urgente e ulteriori studi per comprendere meglio i meccanismi coinvolti e sviluppare strategie per mitigare questo rischio.
Conclusioni allarmanti sui vaccini Covid-19
Le conclusioni dello studio indicano una violazione allarmante della soglia del segnale di sicurezza riguardante gli eventi avversi legati alla trombosi cerebrale dopo la somministrazione dei vaccini COVID-19. Il confronto con i vaccini antinfluenzali e con tutti gli altri vaccini ha rivelato un rischio significativamente più elevato di tromboembolia cerebrale associata ai vaccini COVID-19.
Di conseguenza, gli autori dello studio raccomandano un’”immediata moratoria globale sull’uso dei vaccini COVID-19, con una controindicazione assoluta per le donne in età riproduttiva“. Queste raccomandazioni sono basate su dati che evidenziano non solo un aumento del rischio di tromboembolia cerebrale, ma anche una maggiore prevalenza di fibrillazione atriale dopo la vaccinazione contro il COVID-19, fattori che insieme rappresentano una minaccia significativa per la salute pubblica. Gli autori suggeriscono che le agenzie sanitarie globali e i governi prendano in seria considerazione questi risultati e adottino misure immediate per proteggere la popolazione, valutando attentamente i benefici e i rischi dei vaccini COVID-19.