Crisi climatica in Alaska: il drammatico declino del Campo di Ghiaccio di Juneau

La riduzione dell'albedo significa che queste superfici assorbono una maggiore quantità di radiazione solare
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Il cambiamento climatico sta avendo effetti devastanti su molte regioni del mondo, e l’Alaska non fa eccezione. Una delle aree maggiormente colpite è il Campo di Ghiaccio di Juneau, un vasto campo di ghiaccio situato a cavallo tra il Canada e gli Stati Uniti, che si estende per circa 3.900 km².

Dati preoccupanti sul Juneau Icefield

Lo studio condotto da Bethan Davies e colleghi ha rivelato dati estremamente preoccupanti riguardo ai tassi di restringimento dell’area del Campo di Ghiaccio di Juneau negli ultimi decenni.

Tra il 2015 e il 2019, la perdita di ghiaccio è avvenuta a un ritmo cinque volte più veloce rispetto al periodo 1979-1990. Questo significa che in un arco di tempo relativamente breve, il ghiacciaio ha visto una drastica riduzione delle sue dimensioni, passando da una perdita di circa 0,65 km³ all’anno tra il 1770 e il 1979 a circa 3 km³ all’anno tra il 1979 e il 2010, fino ad arrivare a un allarmante 5,9 km³ all’anno tra il 2010 e il 2020.

Gli autori dello studio avvertono che se questa tendenza continuerà, il ritiro glaciale potrebbe superare il punto di non ritorno, portando a una perdita irreversibile del ghiacciaio. Questo fenomeno non solo influenzerebbe l’Alaska, ma avrebbe ripercussioni significative a livello globale, contribuendo all’innalzamento del livello del mare e alterando i modelli climatici.

Come si comporta il Campo di Ghiaccio di Juneau?

Per ricostruire il comportamento del ghiacciaio negli ultimi 250 anni, i ricercatori hanno adottato un approccio multi-disciplinare che ha combinato diverse fonti di dati e tecnologie avanzate. Hanno utilizzato registri storici dettagliati, fotografie aeree ad alta risoluzione, mappe tridimensionali del terreno e immagini satellitari. I registri storici hanno fornito una base solida per comprendere le variazioni nel volume del ghiacciaio nel lungo periodo, mentre le fotografie aeree, che risalgono ai primi decenni del XX secolo, hanno offerto un punto di vista visivo sull’evoluzione del ghiacciaio nel tempo.

Le mappe 3D del terreno, realizzate utilizzando tecnologie di scansione avanzate, hanno permesso di ottenere misurazioni precise delle variazioni nell’altezza e nell’estensione del ghiacciaio. Infine, le immagini satellitari, che coprono gli ultimi decenni, hanno fornito dati aggiornati e dettagliati sulle recenti accelerazioni nella perdita di ghiaccio. Questo approccio integrato ha permesso ai ricercatori di ottenere una visione completa e dettagliata delle variazioni nel volume e nell’estensione del ghiacciaio nel corso degli ultimi 250 anni, identificando chiaramente le tendenze e i punti di svolta.

Perché il ghiacciaio si sta sciogliendo?

La riduzione dell’area di accumulo dei campi ghiacciati è una delle principali cause dell’accelerazione della perdita di ghiaccio osservata nel Juneau Icefield. Questo processo è influenzato da diversi fattori interconnessi che contribuiscono a un ciclo di feedback positivo, amplificando ulteriormente il tasso di fusione del ghiacciaio. Uno dei fattori chiave è l’aumento delle temperature globali, che ha portato a una diminuzione della neve accumulata durante l’inverno e un aumento della fusione durante l’estate.

Questo fenomeno riduce l’area di accumulo del ghiacciaio, esponendo superfici più scure come la roccia nuda e il suolo, che hanno una minore albedo rispetto al ghiaccio e alla neve. La riduzione dell’albedo significa che queste superfici assorbono una maggiore quantità di radiazione solare, riscaldandosi e accelerando ulteriormente la fusione del ghiaccio circostante. Questo ciclo di feedback positivo crea una spirale di perdita di ghiaccio sempre più rapida, che rende il ghiacciaio sempre più vulnerabile ai cambiamenti climatici. Inoltre, l’assottigliamento del ghiacciaio porta a una frammentazione dei campi di ghiaccio, che a sua volta accelera la fusione, creando ulteriori superfici scure e riducendo ulteriormente l’area di accumulo.

La perdita di ghiaccio dai ghiacciai dell’Alaska contribuisce significativamente all’aumento del livello del mare, un fenomeno che ha implicazioni profonde per le comunità costiere e gli ecosistemi di tutto il mondo. ù

Si prevede che l’Alaska rimarrà il maggior contributore regionale a questo effetto fino al 2100, a causa della vasta quantità di ghiaccio immagazzinata nei suoi ghiacciai. I ghiacciai dell’Alaska sono particolarmente vulnerabili ai cambiamenti climatici perché sono spesso pesanti e situati su altopiani, il che li rende più propensi a comportamenti soglia.

Superare un punto critico potrebbe portare a una recessione irreversibile, un processo noto come comportamento soglia, in cui un piccolo cambiamento nelle condizioni climatiche può portare a un rapido e drastico ritiro del ghiacciaio. Questo fenomeno è particolarmente preoccupante perché una volta che un ghiacciaio supera questo punto di non ritorno, il suo ritiro può diventare irreversibile, indipendentemente dalle future variazioni climatiche.

L’innalzamento del livello del mare causato dalla fusione dei ghiacciai dell’Alaska potrebbe avere effetti devastanti sulle comunità costiere, aumentando il rischio di inondazioni, erosione costiera e perdita di habitat per numerose specie marine e terrestri. Inoltre, l’aumento del livello del mare potrebbe portare a migrazioni forzate di milioni di persone, con gravi conseguenze sociali ed economiche a livello globale.

Necessità di monitoraggio a lungo termine

Per comprendere appieno l’impatto del cambiamento climatico sui ghiacciai dell’Alaska, sono necessarie registrazioni a lungo termine. Questi dati sono cruciali per identificare i trend e prevedere i futuri cambiamenti. Lo studio di Davies e colleghi fornisce una base importante per future ricerche, evidenziando la necessità di monitoraggi continui e dettagliati.

I dati a lungo termine permettono di identificare non solo le tendenze a breve termine, ma anche i cambiamenti più sottili e graduali che possono avere effetti cumulativi significativi nel tempo. Inoltre, la raccolta di dati a lungo termine consente di sviluppare modelli climatici più accurati, che possono essere utilizzati per prevedere le future variazioni del ghiacciaio e il loro impatto sull’ambiente circostante. La collaborazione internazionale e l’uso di tecnologie avanzate, come i satelliti e i droni, sono fondamentali per raccogliere dati dettagliati e accurati, che possono informare le politiche e le strategie di mitigazione del cambiamento climatico.

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