Il panorama delle telecomunicazioni in Italia sta vivendo un momento di profondo cambiamento con l’introduzione e l’implementazione della rete 5G. Tuttavia, dietro agli sforzi per portare l’innovazione tecnologica nelle nostre città e comunità, si stanno alzando voci di preoccupazione e resistenza da parte degli enti locali e dei cittadini.
Il Decreto Legge sulla Coesione
Il Decreto Legge sulla Coesione, recentemente approvato, ha sollevato polemiche significative per una disposizione che limita temporaneamente il potere dei comuni di regolare l’installazione di antenne e impianti 5G nelle aree urbane. Questa norma, aggiunta tramite un emendamento al Senato, deroga alla legge vigente che precedentemente dava ai comuni la competenza di stabilire i limiti per le esposizioni elettromagnetiche, garantendo così un maggiore controllo sulla tutela della salute pubblica e dell’ambiente urbano.
L’obiettivo di questa deroga sembra essere quello di accelerare l’implementazione del “Piano 5G” contenuto nel Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR), che prevede investimenti significativi per potenziare le infrastrutture digitali del Paese. Tuttavia, molti amministratori locali e gruppi di cittadini temono che questa accelerazione possa portare a una proliferazione non regolamentata di antenne, creando quello che alcuni definiscono il fenomeno delle “antenne selvagge“.
La criticità principale sollevata riguarda il fatto che tale disposizione potrebbe privare i comuni della loro capacità di pianificare attentamente dove e come installare queste infrastrutture tecnologiche. Questo è particolarmente rilevante nelle aree sensibili come scuole, parchi e centri per anziani, dove le esposizioni elettromagnetiche potrebbero avere effetti potenzialmente dannosi sulla salute dei residenti.
Il 5g nei comuni italiani
Un esempio eloquente di questa preoccupazione arriva dall’Associazione Nazionale dei Comuni Italiani (ANCI) della regione Umbria, che ha manifestato forte dissenso attraverso il sindaco di Montecchio, Federico Gori. Gori sottolinea come i regolamenti locali siano l’unico strumento efficace nelle mani dei comuni per proteggere il proprio territorio da rischi per la salute pubblica e per preservare l’integrità paesaggistica, spesso fondamentale per l’economia locale.
Il dibattito è ampio e coinvolge diverse fazioni politiche e gruppi di interesse. I Verdi, ad esempio, stanno cercando di sollevare la questione dell’incostituzionalità della deroga, sostenendo che l’innovazione tecnologica dovrebbe sempre essere accompagnata da garanzie robuste per la tutela dell’ambiente e della salute delle persone, specialmente dei soggetti più vulnerabili.
Mentre il governo cerca di bilanciare gli interessi economici e tecnologici con quelli ambientali e sanitari, il confronto continua a essere acceso. Le decisioni prese ora avranno un impatto duraturo sul futuro delle nostre città e dei nostri paesaggi, influenzando non solo il panorama tecnologico ma anche la qualità della vita dei cittadini italiani.