Arriva dall’Ue l’obbligo dei “tappi solidali”

Le nuove norme europee prevedono che entro il 2029 gli Stati membri dell'UE debbano riciclare fino al 90% delle bottiglie di plastica
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Da oggi, un nuovo capitolo si apre nel quadro normativo europeo riguardante la gestione della plastica monouso: gli obblighi sui tappi solidali entrano ufficialmente in vigore, suscitando reazioni contrastanti e impegni stringenti per gli Stati membri, con particolare attenzione rivolta verso l’Italia.

Le nuove norme europee

L’obbligo dei tappi solidali è una disposizione derivata dalla Direttiva europea sulla plastica monouso del 2019, la quale ha già bandito numerosi prodotti in plastica monouso a partire dal 2021. Questa nuova fase impone che i tappi delle bottiglie di plastica per bevande siano progettati in modo tale da rimanere solidamente attaccati alla bottiglia per tutta la sua vita utile, con l’obiettivo di ridurre significativamente la dispersione in ambiente e incoraggiare il riciclaggio congiunto di tappo e bottiglia.

Secondo la Commissione europea, i tappi e i coperchi di plastica rappresentano uno dei cinque oggetti più comuni trovati durante le operazioni di pulizia delle spiagge dell’UE, evidenziando così il loro impatto significativo sull’ambiente marino e terrestre. Questi rifiuti plastici possono persistere per decenni nell’ambiente, rappresentando una minaccia per la fauna selvatica e l’ecosistema marino.

La direttiva in Italia

In Italia, l’implementazione di questa direttiva non è stata priva di controversie. Durante la campagna elettorale, leader politici come Matteo Salvini hanno criticato aspramente questa normativa, accusandola di essere una delle “eco-follie” imposte da Bruxelles. Tuttavia, il dibattito pubblico ha anche visto risposte ironiche e argomentazioni da parte di altri politici, sottolineando l’importanza di adottare comportamenti sostenibili e di rispetto ambientale.

A complicare ulteriormente il quadro, a fine maggio la Commissione europea ha avviato una procedura di infrazione contro l’Italia per non aver implementato in modo pieno e corretto la direttiva europea, mettendo a rischio la trasparenza del mercato unico e gli obblighi di conformità stabiliti dall’UE. Questa situazione pone Roma sotto osservazione speciale, con scadenze imminenti per rispondere alle critiche e adeguare le politiche nazionali alle richieste europee entro la fine di luglio.

Le nuove norme europee prevedono che entro il 2029 gli Stati membri dell’UE debbano riciclare fino al 90% delle bottiglie di plastica monouso, con un obiettivo intermedio del 77% entro il 2025. Questi ambiziosi target riflettono l’urgente necessità di ridurre l’impatto ambientale derivante dall’uso e dallo smaltimento di plastica non riciclata.

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