Nell’augurare “pronta guarigione” al turista rimasto ferito ieri dopo l’incontro con un orso sul territorio del Comune di Dro (Trento), la Lega italiana per la Difesa degli Animali e dell’Ambiente annuncia che ricorrerà contro l’ordinanza del presidente della Provincia autonoma per l’abbattimento dell’animale “responsabile”, non appena identificato, una misura assunta prima ancora di aver chiarito in maniera completa ed esauriente le circostanze della presunta aggressione.
Le dichiarazioni di Brambilla
“L’episodio – specifica la presidente on. Michela Vittoria Brambilla, anche a nome dell’Intergruppo parlamentare per i Diritti degli animali e la Tutela dell’Ambiente – non può comunque servire da pretesto per avviare la strage di orsi prevista dalla legge provinciale del marzo scorso, di cui contestiamo la non conformità alle norme europee e alla Costituzione, né tantomeno per comportamenti tesi ad eludere la possibilità stessa di un controllo di legalità. Non può e non deve ripetersi il caso dell’orso M90, abbattuto in contemporanea con l’emissione del decreto che lo condannava a morte, per impedire alle associazioni animaliste di presentare ricorso”.
“Chi trae profitto politico dalla situazione ha fatto della guerra a lupi e orsi la propria bandiera e li vuole morti, punto e basta. Anche strizzando l’occhio al bracconaggio. Nei giorni scorsi si è avuta conferma che hanno perduto la vita per cause non naturali due orsi già ‘condannati’ dalla Provincia le cui carcasse sono state trovate nello scorso autunno: MJ5 e F36. Ricordo che il Piano interregionale per la conservazione dell’orso bruno sulle Alpi centro-orientali (Pacobace) prevede anche azioni diverse dall’abbattimento, come il radiomarcaggio e la captivazione. Preciso fin d’ora che siamo pronti a prendere in carico plantigradi eventualmente considerati ‘problematici’, per favorire il loro trasferimento in rifugi all’estero, visto che la Provincia ha a suo tempo rifiutato la nostra proposta di creare un santuario per orsi in Trentino. Non ci stancheremo mai di ripetere, infine, che si deve puntare sulla prevenzione: adeguata segnaletica, rigoroso rispetto delle norme di comportamento, completamento dell’installazione dei bidoni anti-orso in tutti i Comuni interessati, chiusura preventiva dei sentieri a rischio (specialmente in presenza di orse con i cuccioli) e tutte le misure necessarie per promuovere e realizzare la convivenza tra uomini ed orsi, come sostanzialmente avviene da sempre nel parco d’Abruzzo. Ritardi e omissioni sono sospetti: sparare è una vergogna, ma è più comodo”.