Il 30 luglio 2024, la Corte di Giustizia dell’Unione europea ha emesso una sentenza significativa riguardo alla gestione della popolazione di lupi in Europa. In risposta a un ricorso presentato dalla Spagna, la Corte ha stabilito che la caccia al lupo non può essere decisa a livello regionale se lo stato di conservazione della specie è insoddisfacente a livello nazionale.
La sentenza si fonda sulla direttiva ‘habitat’, che mira alla “salvaguardia, protezione e miglioramento della qualità dell’ambiente,” includendo la conservazione degli habitat naturali, della flora e della fauna selvatiche. Questa normativa è stata adottata per perseguire un obiettivo di interesse generale dell’Unione Europea, ovvero la tutela della biodiversità.
Il caso spagnolo
In Spagna, il lupo iberico è sottoposto a diversi regimi di tutela a seconda della regione geografica. Le popolazioni a sud del fiume Duero sono rigorosamente protette, mentre quelle a nord sono considerate specie di interesse comunitario, con la possibilità di essere gestite anche attraverso la caccia. Nel 2019, il governo regionale di Castiglia e Leòn ha approvato un piano che consentiva la caccia di 339 lupi durante le stagioni venatorie 2019-2022.
L’Associazione per la conservazione e lo studio del lupo iberico (Ascel) ha impugnato questo piano, portando la questione alla Corte superiore di giustizia di Castiglia e Leòn. La Corte spagnola ha sollevato dubbi sulla compatibilità della legge regionale con la direttiva europea, considerando che una relazione del 2019 indicava che lo stato di conservazione del lupo in Spagna era “insoddisfacente-inadeguato” nelle principali regioni biogeografiche del paese.
La decisione della Corte di Giustizia
La Corte di Giustizia dell’Unione europea ha chiarito che, “il lupo non può essere designato come specie cacciabile a livello regionale quando il suo stato di conservazione a livello nazionale è insoddisfacente“. Questo principio vale anche se, a livello locale, la specie non è sottoposta a rigorose misure di tutela. Le misure di gestione, incluse quelle relative alla caccia, devono essere mirate al mantenimento o al ripristino di uno stato di conservazione soddisfacente della specie.
La Corte ha inoltre sottolineato che una decisione che autorizza la caccia deve essere basata su dati scientifici aggiornati e su una sorveglianza specifica dello stato di conservazione della specie. Pertanto, è fondamentale che le autorità locali tengano conto dei più recenti dati scientifici e delle relazioni nazionali presentate alla Commissione Europea ogni sei anni.
La sentenza stabilisce un precedente importante, rafforzando il principio che le decisioni riguardanti la gestione della fauna selvatica devono essere coerenti a livello nazionale e comunitario. In caso di incertezza riguardo ai rischi per la conservazione di una specie, il principio di precauzione può richiedere misure di protezione come la restrizione o il divieto di caccia. Questa decisione rappresenta un passo avanti significativo nella protezione del lupo e della biodiversità in Europa.