Cervo italico nasce in Calabria: successo per il progetto “Rewilding” del WWF | VIDEO

Registrato un video in cui si scorge una femmina di cervo italico seguita dal proprio piccolo
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Il video di una fototrappola testimonia un successo dell’operazione cervo italico iniziata dal WWF nel 2023, per creare una seconda popolazione di cervo italico nel Parco Regionale delle Serre (Calabria). Il cervo italico (Cervus elaphus italicus) è una sottospecie autoctona presente esclusivamente – prima dell’interento ditraslocazione – nell’area del bosco della Mesola.

Una delle fototrappole installate nei boschi del Parco Naturale Regionale delle Serre qualche giorno fa ha registrato un video in cui si scorge una femmina di cervo italico seguita dal proprio piccolo. Il video, al di là della sua bellezza intrinseca, ha un’importanza straordinaria in quanto è la testimonianza dell’avvenuta riproduzione di esemplari di cervo italico in Calabria.

In Calabria una seconda popolazione

Il cervo italico (Cervus elaphus italicus), sottospecie endemica del nostro Paese, è sopravvissuto fino ai nostri giorni esclusivamente nell’area della Riserva Naturale del Bosco della Mesola, in provincia di Ferrara, dove si contano circa 300 individui. L’Operazione cervo italico, avviata dal WWF Italia nel 2023 in collaborazione con Parco Naturale Regionale delle Serre, Carabinieri Forestali e Università di Siena, ha l’obiettivo di creare una seconda popolazione di questo ungulato in un’altra area geografica, al fine di ridurre il rischio che eventuali eventi eccezionali che dovessero colpire la Mesola possano mettere a repentaglio la sopravvivenza di questo raro e prezioso cervo.

Il progetto prevede la cattura di cervi nella Riserva Naturale del Bosco della Mesola e il successivo rilascio nel territorio del Parco Naturale Regionale delle Serre, sito selezionato da ISPRA. F14, il nome in codice della cerva che appare nel video, è stata rilasciata in Calabria lo scorso ottobre. Il monitoraggio svelerà se altre femmine di cervo si sono riprodotte.

Il video è stato ripreso da una delle fototrappole installate dai tecnici dell’Università di Siena impegnati nel monitoraggio sul campo.

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