Demografia, come sarà il mondo nel 2100: oltre i 10 miliardi di abitanti, concentrati nelle megalopoli

Molte nazioni in via di sviluppo vedranno un aumento significativo della popolazione giovane
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Nell’approfondimento pubblicato sul Sole 24 Ore, Alessandro Rosina offre un’analisi esaustiva delle dinamiche demografiche globali, proiettando uno sguardo attento e critico verso il futuro del XXI secolo. Il tema centrale è la crescita della popolazione mondiale, un fenomeno complesso influenzato da variabili demografiche come i tassi di fecondità e la distribuzione della popolazione in età riproduttiva. Nonostante un significativo calo del tasso medio di fecondità globale nel corso degli ultimi decenni, passato da circa 5 figli per donna nel 1950 a circa 2.3 figli per donna oggi, la popolazione mondiale continua a crescere grazie alla presenza di una significativa proporzione di giovani, soprattutto nelle regioni come l’Africa sub-sahariana.

Questa tendenza alla crescita demografica prevede che entro la fine del secolo la popolazione globale possa superare i 10 miliardi di individui. Tale previsione sottolinea non solo l’entità numerica della popolazione, ma anche le complesse sfide e le potenziali opportunità che essa comporta per lo sviluppo economico, le dinamiche sociali, i flussi migratori e l’impatto ambientale globale. È un futuro in cui occorre prepararsi adeguatamente per gestire le complesse interconnessioni che derivano da una popolazione mondiale in costante e rapida crescita.

La transizione demografica

Un altro aspetto cruciale dell’analisi di Rosina è la transizione demografica in corso, un fenomeno senza precedenti nella storia umana. Questo processo non riguarda solo la diminuzione della fecondità e l’aumento della longevità, ma anche il profondo cambiamento strutturale delle società verso una “società della longevità“. Questo termine indica il passaggio verso una popolazione più anziana, con implicazioni significative per i sistemi pensionistici, la salute pubblica e la composizione della forza lavoro. L’estensione della vita umana e il calo della fecondità rappresentano sfide e opportunità che richiedono politiche pubbliche innovative e una riflessione profonda sul futuro sostenibile e inclusivo delle società globali.

Previsioni per il 2050

Il cambiamento nella distribuzione della popolazione tra aree urbane e rurali costituisce un altro elemento centrale nell’analisi di Rosina. Attualmente, più del 55% della popolazione mondiale vive nelle città, e questa cifra è destinata a crescere ulteriormente, con previsioni che indicano che entro il 2050 due terzi della popolazione mondiale potrebbero essere residenti urbani. Le megalopoli, con oltre 10 milioni di abitanti, stanno emergendo come centri di crescita economica e innovazione, specialmente nei paesi in via di sviluppo. Tuttavia, questo rapido sviluppo urbano porta con sé sfide ambientali, problemi di sicurezza e questioni riguardanti la qualità della vita che richiedono una gestione attenta e mirata.

Credit: Il Sole 24 Ore

Dall’altro lato, le aree rurali stanno vivendo un processo inverso, caratterizzato da un declino demografico e un invecchiamento della popolazione. Questo fenomeno è particolarmente evidente in alcune parti dell’Europa, dove il basso tasso di natalità e l’emigrazione giovanile contribuiscono a un marcato cambiamento demografico. Le conseguenze includono la diminuzione della forza lavoro agricola, la sostenibilità dei servizi di base e la gestione del territorio. Le politiche rurali diventano quindi cruciali per sostenere queste comunità, preservando il patrimonio ambientale e culturale delle aree rurali e cercando soluzioni innovative per invertire il declino demografico.

I paesi avanzati nella transizione demografica affrontano sfide legate all’invecchiamento della popolazione, alla sostenibilità dei sistemi sanitari e al sostegno delle generazioni più anziane. Al contrario, molte nazioni in via di sviluppo vedranno un aumento significativo della popolazione giovane, con implicazioni economiche, sociali e politiche profonde. Questi paesi devono navigare tra le opportunità offerte da una popolazione giovane e dinamica e le sfide di governance, inclusione sociale e distribuzione equa delle risorse.

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