La disponibilità idrica del Po è ai massimi storici

L’estate meteorologica finora si è rivelata particolarmente umida: situazione del Po opposta rispetto a due anni fa
MeteoWeb

A metà estate, la disponibilità idrica del Po è ai massimi storici. Una situazione opposta rispetto a due anni fa quando, il 24 luglio 2022, alla sezione di chiusura di Pontelagoscuro (Ferrara) il Po registrava la più bassa portata media giornaliera di sempre, 114 metri cubi al secondo. Lo rileva l’Osservatorio permanente sugli utilizzi idrici nel distretto del Po, confermando le aspettative di fine primavera e in alcuni casi registrando un rialzo.

Sempre alla sezione di chiusura di Pontelagoscuro, infatti, il Po aveva fatto registrare nuovi valori massimi di portata media mensile a marzo e giugno (rispettivamente di 3.174 e 2.926 metri cubi al secondo) e valori prossimi ai massimi ad aprile e maggio.

I fiumi del distretto, complice anche lo scioglimento del manto nivale che a inizio stagione si presentava abbondante lungo tutto l’arco alpino, continuano a mantenere valori di deflusso mensili pari ai valori massimi del periodo e, in alcuni casi, anche maggiori.

I livelli idrici dei grandi laghi alpini sono prossimi ai massimi storici per il periodo come nel caso del Lago di Garda ora a un livello di riempimento pari al 90%, Lago Maggiore 102,3%, Lago di Iseo 95,7%, Lago d’Idro 51,1%, Lago di Como 71%.

L’estate meteorologica finora si è rivelata particolarmente umida e con temperature prossime ai valori tipici del periodo considerate le medie storiche, ma anche con picchi di calore oltre i +37°C. Le precipitazioni sono state abbondanti, a volte anche distruttive. Negli ultimi mesi, sono stati registrati numerosi fenomeni di piena che hanno provocato danni, come nei casi di Cervinia e Cogne in Valle d’Aosta. Gli eventi, sottolinea l’Autorità distrettuale del fiume Po, rientrano nella casistica attesa a seguito dei cambiamenti climatici in atto.

È ormai evidente che ci troviamo d’innanzi ad un cambiamento epocale che deve essere affrontato con la giusta visione – sottolinea il responsabile dell’Osservatorio permanente sugli utilizzi idrici e dirigente dell’Autorità di bacino distrettuale Francesco Tornatore – Questo vuol dire che non si può continuare a ragionare secondo i soliti schemi e che occorre essere pronti ad accettare il fatto che per adattarci alle nuove condizioni ambientali potremmo dover riadattare il nostro modello di gestione del territorio che ormai non è più in grado di conciliare la variabilità dei fenomeni meteorologici estremi, che provocano siccità ed alluvioni, con le aspettative sociali ed economiche delle comunità locali”.

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