Oggi pomeriggio, Extinction Rebellion ha occupato la terrazza di Palazzo d’Accursio, sede del Comune di Bologna, mentre due persone si sono calate dai merli del tetto per esporre uno striscione con lo slogan “G7: la vostra tecnologia, il nostro collasso”. Bloccato anche l’ingresso del Comune da una decina di persone che si sono sedute, incatenate tra loro, dopo aver deposto un cumulo di rifiuti tecnologici simbolicamente insanguinati con vernice rossa. Il gruppo di persone sulla terrazza è stato raggiunto da agenti della Digos, che hanno requisito i telefoni cellulari e buttandoli a terra li hanno resi inutilizzabili.
“Sono decenni che le comunità scientifica viene ignorata e denigrata, proprio dai governi del G7 e degli stessi Ministri che oggi sono qui a Bologna, dichiarando di voler delegare il contrasto della crisi ecoclimatica alla tecnologia”, dichiara Jean Claude di Extinction Rebellion. “Da decenni – si legge in una nota del gruppo – la comunità scientifica sta lanciando continui allarmi ai governi di tutto il mondo affinché agiscano immediatamente per ridurre le emissioni climalteranti, arrestare la distruzione degli ecosistemi e fermare la perdita di biodiversità”.
Nelle recenti parole di Antonio Guterres, il segretario generale dell’ONU, in occasione del World Environment Day e in vista del vertice del G7 italiano “è giunto il momento per i leader mondiali di decidere da che parte stare, perché domani sarà troppo tardi. Oggi è il momento della verità”. Dure parole che arrivano dopo i ripetuti allarmi lanciati in questi anni direttamente dalle Nazioni Unite, che non hanno però visto grandi cambiamenti nelle politiche climatiche globali. In un recente report del The Guardian, Lorraine Whitmarsh, dell’Università di Bath, in Gran Bretagna, parla di “una carenza di volontà politica e interessi economici che impediscono di affrontare la crisi climatica”.
“I governi del G7 stanno promuovendo un progresso tecnologico non finalizzato al benessere delle popolazioni e alla protezione degli ecosistemi, ma volto a sostenere l’attuale sistema economico e produttivo, contribuendo spesso a guerre, crisi umanitarie e alla crisi eco-climatica in corso“, dichiara Pasquale. “L’Intelligenza Artificiale è l’esempio perfetto di questo paradigma”.
Il nuovo rapporto sull’impatto dell’intelligenza artificiale sulla crisi climatica, recentemente pubblicato dal gruppo “Climate action against disinformation coalition”, avverte che l’intelligenza artificiale porterà a un crescente utilizzo di energia da parte dei data center e a una progressiva impennata di falsità e disinformazione climatica. L’80% del tempo necessario per addestrare l’intelligenza artificiale, inoltre, consiste nel selezionare e etichettare un enorme moli di dati. Un lavoro alienante, svolto in Uganda, Kenia o India per 1 o 2 dollari l’ora, che espone gli operatori a visionare materiale violento o pornografico per ore e ore ogni giorno.
In un mondo dilaniato dai danni sempre più ingenti di alluvioni, incendi e siccità – continua la nota – i governi sembrano quindi ricorrere a tecnologie che hanno l’obiettivo di anticiparne i danni, più che risolverne le cause. Citando ancora Guterres: “queste tecnologie non sono una soluzione miracolosa; non possono sostituire drastici tagli alle emissioni o una scusa per ritardare l’eliminazione graduale dei combustibili fossili”.
“Mentre la crisi ecoclimatica avanza, da una delle regioni più colpite d’Italia – che sta ancora facendo i conti con i danni causati dalle alluvioni dello scorso anno – Extinction Rebellion lancia l’ennesimo grido di allarme: “questo concetto distorto dello sviluppo tecnologico ci sta letteralmente portando al collasso. Fermiamoli prima che sia troppo tardi”, conclude Pasquale.
AGGIORNAMENTO
Dopo circa tre ore di occupazione, sono giunti sul posto i Vigili del Fuoco che hanno proceduto a far scendere le due persone che si erano calate dalla terrazza e a rimuovere lo striscione. Le due persone sono state portate in Questura, andandosi ad aggiungere alle persone che stavano occupando con i loro corpi l’ingresso dell’edificio e a chi era in supporto sulla terrazza.
È attualmente salita a 20 la quota delle persone in stato di fermo. Davanti alla Questura si è formato un presidio spontaneo in solidarietà, al quale si sono uniti anche alcuni dei passanti che durante le operazioni di sgombero si sono fermati e hanno simpatizzato con la protesta in piazza.