Dal nucleare allo Spazio, il G7 Scienza e Tecnologia “è stato un successo”

"Vogliamo una scienza etica in grado di dare distribuire e redistribuire"
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Possiamo dire che questa iniziativa è stata un successo perché chi è stato parte di questo programma ha dato soluzioni, ha proposto azioni concrete, ha fatto progetti positivi destinati a produrre effetti, da ieri non da domani“: è quanto ha affermato il Ministro dell’Università e della Ricerca Anna Maria Bernini alla conferenza stampa del G7 Italia 2024 Scienza e Tecnologia. “La sintesi di queste giornate di lavoro è che la scienza, la tecnologia, il progresso sono figli della nostra volontà di renderli democratici e a disposizione di tutti noi. Vogliamo una scienza etica in grado di dare distribuire e redistribuire“.

Accogliamo con favore l’organizzazione, da parte della Presidenza italiana, di una Conferenza del G7 sulle grandi infrastrutture di ricerca, finalizzata a trattare il loro impatto scientifico, socio-economico, ambientale e geopolitico. Inoltre, durante la Conferenza si discuterà delle opportunità emergenti e delle potenziali collaborazioni tra i membri del G7 nel settore delle grandi infrastrutture di ricerca“: è quanto si legge nella dichiarazione finale firmata dai Ministri G7 della Scienza e della Tecnologia. “Proponiamo di sperimentare un’iniziativa volta a facilitare il dialogo tra i manager delle grandi infrastrutture di ricerca dei membri del G7. Questo progetto pilota verrebbe istituito e attuato in stretto coordinamento con i rappresentanti del G7 GSO, attraverso un workshop dedicato durante la summenzionata Conferenza del G7“.

La fissione e la fusione nucleare, “soluzioni emergenti per ridurre le emissioni e promuovere la sicurezza energetica e lo sviluppo economico dei nostri Paesi, necessitano di ricerca, innovazione e alta formazione dedicate perché possa essere massimizzato il loro potenziale ed avere una soluzione duratura alle sfide poste dal cambiamento climatico e della sicurezza energetica“, prosegue ancora la dichiarazione finale. “Il G7 rappresenta un’opportunità importante per promuovere la collaborazione nel settore spaziale, compresa la promozione dell’uso sostenibile dello spazio esterno. Oltre al grande tasso di innovazione e di interdisciplinarietà, la collaborazione scientifica internazionale nel settore spaziale rappresenta un elemento imprescindibile per farlo progredire in sostenibilità e sicurezza“.

Adottare gemelli digitali degli oceani e politiche locali per la gestione sostenibile dei mari. Sono gli impegni nel campo della lotta ai cambiamenti climatici condivisi dai Paesi membri del G7. “Le osservazioni oceaniche sono sempre più importanti per affrontare i disastri naturali e i cambiamenti climatici e gli impatti che questi hanno, insieme all’inquinamento, sulla perdita di biodiversità”, si legge nella dichiarazione finale. Per questo, i grandi della Terra rimarcano l’importanza di “sostenere la ricerca” e “l’osservazione globale” di mari e oceani. Inoltre, “riteniamo fondamentale colmare le lacune esistenti in termini di dati e comprendere meglio il nesso oceano-clima-biodiversità”. A livello internazionale, sostengono ancora i Paesi del G7, occorre “far progredire lo sviluppo delle capacità e l’adozione dei gemelli digitali dell’oceano” per prevedere gli scenari futuri. Allo stesso modo, si legge nel documento, “è essenziale definire e attuare strategie ‘locali’ su misura per la gestione sostenibile delle risorse marine. Inoltre, devono essere riconosciute e considerate le conoscenze e le tradizioni locali, comprese quelle indigene”.

Il G7 riconosce poi “l’impatto significativo dei cambiamenti climatici sulle regioni artiche e antartiche e il ruolo sempre più importante che la ricerca polare svolge a questo proposito”. Da qui il sostegno alla cooperazione internazionale e alla piattaforma ‘Antarctica InSync’ per la valutazione delle connessioni tra ghiaccio, oceano, clima, ambiente e biodiversità. Riconosciuta inoltre la necessità di “condurre maggiore ricerca sugli ecosistemi e le risorse delle profondità marine“, anche per “dar seguito al crescente interesse per lo sfruttamento sostenibile delle risorse di dette aree marine profonde”.

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