Il gabbiano corso, unico endemico del Mar Mediterraneo, simboleggia la fragilità e la bellezza di questo ecosistema. Più piccolo e più delicato del gabbiano reale, è caratterizzato da un becco rosso corallo e un piumaggio grigio perla che sfuma nel bianco verso la testa e la coda. Preferisce nidificare su scogliere rocciose e piccole isole naturali, dove può trovare sia riparo che cibo sufficiente per i suoi piccoli. Come riporta Martino Iannone per l’ANSA, in Italia questo esmeplare è oggetto di svariati progetti di conservazione, specialmente nelle aree protette come l’Area Marina Protetta di Porto Cesareo in Puglia e l’Amp Regno di Nettuno in Campania.
Il gabbiano corso affronta molte minacce. L’inquinamento da idrocarburi e plastica, insieme al bycatch nelle reti da pesca, rappresentano gravi pericoli. Le alterazioni ambientali e i disturbi durante la nidificazione possono compromettere la sua sopravvivenza. Recentemente, un giovane esemplare è stato ferito nel Golfo di Napoli da bulli che hanno pubblicato l’aggressione sui social. Nonostante ciò, ci sono anche segnali positivi di recupero, come il salvataggio di un giovane gabbiano ferito presso l’isola di Vivara grazie al lavoro di volontari e istituzioni.
La popolazione italiana di questi gabbiani, stimata in circa 1000 coppie, è frammentata in diverse colonie, con un recente spostamento verso regioni come Campania, Puglia e Sicilia. Questa distribuzione geografica varia riflette la sua natura vagile e adattabile. È essenziale adottare misure concrete per proteggere quest’icona mediterranea, garantendo la conservazione delle sue aree di nidificazione e la disponibilità di risorse ittiche vitali per il suo sostentamento.