Granchio blu, vermocane e mucillagini: la difficile estate della pesca, settore in ginocchio

Un'estate piene di molteplici sfide per il settore della pesca, causate in primis dall’aumento di temperatura delle acque dei nostri mari
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Granchio blu, mucillagini, vermocane, acque molto calde. Sono tante le sfide che deve affrontare il settore della pesca in questa estate 2024. Il settore è in ginocchio, sotto i colpi di produzioni crollate e morie di pesci.

Il granchio blu

Il granchio blu resta il pericolo numero 1. Già l’anno scorso, il Delta del Po aveva perso tra l’80 e il 100% del prodotto ittico. Quest’anno, i produttori di cozze e vongole stanno facendo ricorso ai recinti. Nei giorni scorsi, Veneto Agricoltura ha fornito il primo lotto di seme di vongola verace: 14 milioni di esemplari sono stati messi in mare in apposite gabbie per proteggerli dal granchio blu.

Ma la situazione rimane molto complicata, come spiega Paolo Tiozzo, vicepresidente di Confcooperative Fedagripesca: “per ogni vongola che viene allevata ci sono almeno 100 granchi pronti a mangiarla. Se non ci sarà un contenimento importante di questa specie aliena nei prossimi 5 anni, i danni diretti ed indiretti potrebbero ammontare a 1 miliardo di euro”, afferma Tiozzo, secondo quanto riporta Il Sole 24 Ore.

Secondo Coldiretti Pesca, ad oggi il granchio blu ha causato danni fino a 100 milioni, devastando allevamenti di vongole e cozze e con pesanti impatti anche su ostriche, telline, altri crostacei e pesci come sogliole e cefali. E i danni rischiano di raddoppiare se non verranno presi provvedimenti. Nel Dl Agricoltura, è stata prevista la nomina di un Commissario straordinario ad hoc per affrontare l’emergenza.

Le mucillagini

La superficie del mare che assume un colore grigio verde e che emana un olezzo. Sono i risultati della formazione delle mucillagini, causate dal protrarsi di condizioni ambientali favorevoli alla proliferazione di alghe, le quali generano questa copertura viscosa sulle superfici marittime. Inizialmente il fenomeno si era presentato sulle coste del Nord Adriatico, soprattutto nel Golfo di Trieste, per poi diffondersi verso sud, coinvolgendo Veneto, Emilia Romagna, Abruzzo, Molise e Puglia.

Ma come impattano sulla pesca? Le mucillagini rendono inutilizzabili le reti, ostruite da questa materia organica. Inoltre, hanno effetti anche su alcune specie ittiche: quelle che hanno poche capacità di movimento soffocano poiché le mucillagini che si depositano sui fondali riducono i ricambi gassosi con l’acqua sovrastante. Particolarmente colpite sono vongole e lumachine.

Vermocane

Un altro pericolo è emerso per il settore della pesca: la diffusione nel Mediterraneo del vermocane, un verme di mare che può raggiungere lunghezze anche fino ad un metro. Il vermocane è più urticante di una medusa e vorace come un piranha. Rispetto a due anni fa, la sua presenza nei nostri mari è mille volte superiore. Tale diffusione è favorita dalle acque più calde. Particolarmente colpite sono le coste di Sicilia, Calabria e Puglia.

I pericoli del vermocane sono rappresentati dal fatto che, se viene catturato nelle reti, divora gli altri pesci, lasciando solo le lische. Inoltre, è un pericolo anche per gli attrezzi stessi della pesca: essendo urticante, per liberare le reti, i pescatori sono spesso costretti a romperle.

Asfissia delle lagune

Negli ultimi giorni, la Laguna di Orbetello, nel Grossetano, sta facendo i conti con una grave moria di orate e anguille a causa delle alte temperature. Nel 2015, nelle stesse circostanze, sono morti oltre 200mila chilogrammi di pesce. Ora si cerca di salvare il salvabile, pescando i pesci prima che muoiano e rimuovendo le carcasse dalle acque. Sono già quintali i pesci morti.

Il caldo record di questi giorni fa morire non solo i pesci di laguna, stagni e laghi, ma anche i granchi blu nelle situazioni più estreme, come ad Orbetello. Qui, infatti, i granchi blu non riescono a sopravvivere ad un mix di alte temperature delle acque e scarsa ossigenazione. A Goro, in Emilia Romagna, invece, non avendo più molto da mangiare, i granchi blu hanno fatto razzia delle alghe, contribuendo così a tenere pulite le acque.

Emergenza anche a Taranto, dove si rischia di perdere l’80% della produzione di cozze.

Insomma, un’estate tutt’altro che semplice per il settore della pesca, alle prese con molteplici sfide causate in primis dall’aumento di temperatura delle acque dei nostri mari.

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