Il virus H5N1 si adatta ai mammiferi: studio rivela trasmissione attraverso il latte

Yoshihiro Kawaoka e il suo team hanno svolto uno studio cruciale per caratterizzare il virus H5N1 isolato dal latte di una mucca infetta
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Nell’aprile del 2024, la comunità scientifica e gli allevatori di bestiame statunitensi sono stati sorpresi dall’individuazione di un focolaio di influenza aviaria H5N1 ad alta patogenicità in un caseificio nel Nuovo Messico. Questo evento ha segnato la prima documentazione di un’infezione da H5N1 nei bovini, sollevando preoccupazioni per la salute animale e umana. La scoperta ha causato un’ondata di preoccupazione tra i veterinari, gli scienziati e le autorità sanitarie, poiché l’H5N1 è noto per la sua alta patogenicità negli uccelli e il suo potenziale zoonotico, ossia la capacità di infettare gli esseri umani.

La diffusione del virus nei bovini

Dall’iniziale scoperta del focolaio, il virus si è diffuso rapidamente tra le mandrie, con casi di infezione osservati anche in altri mammiferi, inclusi gli esseri umani. Gli scienziati hanno notato che le infezioni delle ghiandole mammarie e le attrezzature di mungitura contaminate potrebbero essere le principali vie di trasmissione del virus tra le mucche. Inoltre, il virus è stato rilevato nel latte delle vacche infette, suggerendo un potenziale rischio di trasmissione attraverso il consumo di latte non pastorizzato.

Questo ha sollevato allarmi tra i produttori di latte e i consumatori, portando a un aumento delle misure di controllo della qualità e delle procedure di pastorizzazione. La diffusione del virus ha anche sollevato questioni riguardanti il trasporto e la movimentazione del bestiame, poiché i veicoli e le attrezzature utilizzate potrebbero contribuire alla diffusione del patogeno. Le autorità sanitarie hanno intensificato le ispezioni e hanno introdotto linee guida più rigide per la disinfezione e la gestione delle mandrie infette.

Gli allevatori sono stati educati sui sintomi dell’infezione e sulle migliori pratiche per prevenire la contaminazione incrociata tra gli animali e il personale. Questo ha richiesto un notevole investimento in formazione e attrezzature, ma è stato considerato essenziale per proteggere la salute pubblica e mantenere la fiducia dei consumatori nei prodotti lattiero-caseari.

La ricerca di Yoshihiro Kawaoka

Yoshihiro Kawaoka e il suo team hanno svolto uno studio cruciale per caratterizzare il virus H5N1 isolato dal latte di una mucca infetta. Il loro lavoro, pubblicato su Nature, ha esaminato come il virus si replica e causa malattie nei topi e nei furetti, due modelli animali comunemente utilizzati per studiare l’influenza nei mammiferi. Hanno scoperto che il virus si diffonde sistematicamente, raggiungendo anche le ghiandole mammarie di entrambi gli animali. Questo studio ha rappresentato un passo avanti significativo nella comprensione della patogenesi del virus nei mammiferi, rivelando dettagli importanti sulla sua capacità di adattarsi a nuovi ospiti.

La ricerca ha incluso esperimenti dettagliati di infezione e trasmissione, che hanno permesso di identificare le caratteristiche chiave del virus che ne facilitano la diffusione tra gli animali. I risultati hanno evidenziato la necessità di ulteriori studi per comprendere le mutazioni specifiche che permettono al virus di infettare i mammiferi e per sviluppare strategie mirate di controllo e prevenzione. Il team di Kawaoka ha utilizzato tecniche avanzate di sequenziamento genetico e analisi virologiche per tracciare l’evoluzione del virus e identificare i fattori di virulenza che contribuiscono alla sua alta patogenicità.

Trasmissione attraverso il latte e l’esposizione intranasale

Gli autori dello studio hanno dimostrato che il virus può essere trasmesso attraverso il latte di vacche infette ai topi, nonché tramite esposizione intranasale sia nei topi che nei furetti. Questo dato è particolarmente preoccupante poiché suggerisce che il latte potrebbe essere una fonte di infezione anche per altri mammiferi, compresi gli esseri umani.

La possibilità di trasmissione attraverso il latte ha sollevato questioni importanti sulla sicurezza alimentare e ha portato a raccomandazioni per un rigoroso controllo della qualità del latte e dei prodotti lattiero-caseari. I risultati hanno mostrato che il virus può sopravvivere e rimanere infettivo nel latte per periodi prolungati, aumentando il rischio di esposizione per chiunque entri in contatto con il latte contaminato. Questo ha portato a un’attenzione rinnovata sulle pratiche di igiene e sulle procedure di pastorizzazione nei caseifici, con un aumento delle ispezioni e delle verifiche da parte delle autorità sanitarie.

Gli allevatori e i produttori di latte sono stati incoraggiati a implementare misure preventive, come la vaccinazione degli animali e il monitoraggio regolare della salute delle mandrie, per ridurre il rischio di infezioni. Queste misure sono state considerate essenziali per proteggere sia la salute animale che quella umana, garantendo al contempo la sicurezza dei prodotti lattiero-caseari sul mercato.

Scoperte sui recettori e implicazioni per la salute umana

Un altro aspetto rilevante dello studio di Kawaoka riguarda la specificità di legame dei recettori del virus H5N1 nei bovini. I ricercatori hanno scoperto che il virus si lega ai recettori dell’acido sialico simili a quelli umani, una caratteristica non osservata nei vecchi ceppi di H5N1. Questo cambiamento potrebbe facilitare la trasmissione del virus agli esseri umani, aumentando il rischio di un’epidemia su larga scala.

La capacità del virus di legarsi a recettori umani suggerisce che il virus ha acquisito adattamenti significativi che potrebbero aumentare la sua trasmissibilità tra gli esseri umani. Questo ha implicazioni importanti per la salute pubblica, poiché potrebbe portare a una maggiore diffusione del virus tra le persone, con conseguenti focolai più difficili da controllare. Gli scienziati stanno ora studiando le mutazioni specifiche che permettono questo legame e stanno sviluppando modelli predittivi per valutare il rischio di trasmissione umana. Questi studi sono cruciali per informare le strategie di prevenzione e risposta, inclusa la preparazione di vaccini efficaci e lo sviluppo di terapie antivirali. La collaborazione internazionale tra laboratori di ricerca e agenzie sanitarie è essenziale per monitorare l’evoluzione del virus e implementare misure di controllo tempestive.

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