La Cina rilancia sull’idrogeno verde: minaccia o opportunità per l’Europa?

L'avvento dell'industria solare cinese non è stato solo un cambiamento economico, ma ha anche trasformato il contesto geopolitico globale
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Nel corso degli ultimi vent’anni, l’industria dell’energia pulita ha subito una trasformazione epocale, con la Cina emergente come potenza dominante in un settore che ricorda da vicino il boom del fotovoltaico avvenuto un tempo. Originariamente dominato dalle aziende europee, il mercato solare fotovoltaico è stato rivoluzionato dall’entrata in scena della Cina, che ha rapidamente ampliato la propria quota di mercato globale attraverso massicci investimenti in capacità produttiva e tecnologie avanzate. Oggi, con l’idrogeno verde, la Cina si appresta a seguire un percorso simile di crescita, mirando non solo a dominare la produzione ma anche la distribuzione globale di tecnologie cruciali come gli elettrolizzatori, fondamentali per la trasformazione dell’energia rinnovabile.

Il panorama dell’energia pulita è stato rivoluzionato dalla Cina con la stessa determinazione mostrata nel settore fotovoltaico vent’anni fa. In quel periodo, l’Europa deteneva una posizione di leadership, ma la Cina ha cambiato le carte in tavola con investimenti massicci che hanno permesso di ridurre i costi e incrementare la produzione di pannelli solari, diventando così il principale esportatore mondiale. Questa esperienza storica è un monito per l’industria dell’idrogeno verde, dove la Cina sta già emergendo come leader nella produzione di elettrolizzatori, rendendo i prodotti occidentali meno competitivi sul mercato globale.

Il passato ritorna: la storia del fotovoltaico

Vent’anni fa, la Cina ha rivoluzionato il settore solare fotovoltaico, tradizionalmente dominato dall’Europa, trasformandolo da un mercato regionale a uno globale. Grazie a investimenti straordinari in ricerca e sviluppo, nonché in infrastrutture di produzione, la Cina ha rapidamente abbassato i costi e aumentato la capacità produttiva, diventando il principale produttore e esportatore di pannelli solari fotovoltaici. Questo cambiamento ha segnato un punto di svolta nel panorama energetico mondiale, con implicazioni durature per la competitività e la leadership industriale.

L’avvento dell’industria solare cinese non è stato solo un cambiamento economico, ma ha anche trasformato il contesto geopolitico globale. L’Europa, precedentemente dominante nel settore, ha dovuto confrontarsi con una nuova realtà competitiva, caratterizzata da una capacità produttiva raddoppiata in tempi record e costi significativamente ridotti. Questa lezione storica è cruciale per l’industria dell’idrogeno verde, che ora vede la Cina emergere come forza dominante, minacciando di ripetere lo stesso pattern di successo e di influenzare profondamente il mercato globale delle energie rinnovabili.

L’avanzata cinese e le preoccupazioni europee

L’avanzata della Cina nel settore dell’idrogeno verde sta suscitando crescenti preoccupazioni tra le aziende europee, temendo di perdere il terreno conquistato con fatica in un settore chiave delle energie rinnovabili. La strategia cinese, caratterizzata da forti incentivi governativi e una capacità di scalare la produzione su larga scala, ha notevolmente ridotto i costi degli elettrolizzatori, mettendo sotto pressione i produttori europei che devono affrontare una concorrenza sempre più agguerrita sul mercato globale. Questa situazione ha spinto un consorzio di venti aziende europee leader nel settore a chiedere azioni urgenti da parte delle autorità europee per proteggere e sostenere l’industria dell’idrogeno verde in Europa.

L’Unione Europea si trova ora a dover affrontare una sfida economica e strategica senza precedenti, simile a quella vissuta con l’ascesa della Cina nel settore fotovoltaico. L’Europa, una volta dominante nella produzione e nelle tecnologie solari, deve ora navigare un nuovo contesto competitivo dove la Cina si sta rapidamente affermando come leader nella produzione di tecnologie chiave per l’idrogeno verde. Questo spostamento ha implicazioni significative non solo sul piano economico ma anche su quello strategico, mettendo in discussione la capacità dell’Europa di mantenere la sovranità tecnologica e di stabilire standard globali nel campo delle energie rinnovabili.

Le preoccupazioni delle aziende

Le aziende europee nel settore dell’idrogeno verde sono preoccupate per l’accelerazione della penetrazione cinese, che potrebbe minacciare non solo la competitività economica ma anche la capacità dell’Europa di stabilire standard elevati di qualità e sostenibilità. La Cina mira non solo a dominare la produzione di elettrolizzatori, ma anche a influenzare la definizione globale delle tecnologie e degli standard nel settore dell’idrogeno verde. Questa sfida impone una risposta strategica e coordinata da parte dell’Europa per garantire che le aziende europee possano continuare a competere efficacemente su scala globale, mantenendo al contempo la leadership tecnologica e industriale.

L’industria europea si trova di fronte a un bivio strategico cruciale, simile a quello affrontato nel settore fotovoltaico, dove la Cina ha rapidamente scalato le classifiche globali diventando il principale attore nel mercato globale. Questa lezione storica sottolinea l’importanza di una risposta rapida e coordinata per proteggere gli interessi europei nell’industria dell’idrogeno verde, salvaguardando non solo la competitività economica ma anche la capacità di stabilire standard elevati di qualità e sostenibilità nel settore delle energie rinnovabili.

La battaglia per l’Europa

L’iniziativa della Hydrogen Bank europea, che ha assegnato 720 milioni di euro a sette progetti di produzione di idrogeno verde in diversi paesi europei, evidenzia l’impegno dell’Unione Europea nel promuovere la transizione verso un’economia a basse emissioni di carbonio. Tuttavia, la scoperta che una parte significativa dei fornitori dei progetti selezionati proviene dalla Cina o da multinazionali solleva interrogativi sulla dipendenza europea da tecnologie esterne e sulla capacità dell’Europa di mantenere la sovranità energetica in un settore strategico.

L’Europa sta compiendo passi significativi verso una maggiore indipendenza energetica attraverso investimenti mirati nella produzione di idrogeno verde. Tuttavia, la presenza di fornitori cinesi nei progetti finanziati dalla Hydrogen Bank europea solleva interrogativi sul mantenimento della sovranità tecnologica e industriale del continente. Questo contesto richiede una riflessione approfondita sulle politiche industriali e sulla sicurezza energetica europea, in modo da garantire che gli investimenti nell’idrogeno verde non compromettano la capacità dell’Europa di gestire autonomamente la transizione verso un’economia a basse emissioni di carbonio.

L’Europa ha ambizioni ambiziose di espandere la sua capacità di produzione di idrogeno verde, con obiettivi di installare elettrolizzatori con una capacità combinata di 90-100 GW entro il 2030. Attualmente, la maggior parte dei leader mondiali del settore è concentrata in Europa, posizionando il continente in una posizione di forza nel mercato globale delle energie rinnovabili. Tuttavia, la crescente concorrenza internazionale, soprattutto dalla Cina, richiede una risposta vigorosa e strategica per garantire che l’Europa possa mantenere e rafforzare la sua posizione di leadership nell’innovazione tecnologica e nella sostenibilità.

Il costo della tecnologia

Gli elettrolizzatori “made in China”, che principalmente utilizzano tecnologie alcaline, sono generalmente considerati meno sofisticati rispetto ai loro omologhi occidentali basati su tecnologia PEM (Proton Exchange Membrane). Tuttavia, la Cina sta facendo rapidi progressi nella riduzione dei costi e nell’innovazione tecnologica, con prospettive di miglioramento della qualità nel breve termine. Questo crea un dilemma per l’Europa, che deve bilanciare la necessità di standard elevati di qualità e sostenibilità con la pressione economica di un mercato globale sempre più dominato da produttori asiatici.

La competizione tra tecnologie elettrolitiche alcaline e a membrana a scambio protonico è cruciale per comprendere le dinamiche del mercato globale dell’idrogeno verde. Mentre le tecnologie occidentali sono tradizionalmente considerate più avanzate in termini di efficienza e durata, la Cina ha dimostrato una capacità straordinaria di ridurre i costi e aumentare rapidamente la produzione di elettrolizzatori alcalini. Questo confronto tecnologico e industriale evidenzia la necessità per l’Europa di investire in ricerca e sviluppo per mantenere la competitività nel settore dell’idrogeno verde e preservare la propria leadership nella definizione di standard globali di qualità e sostenibilità.

Investimenti strategici in Europa

Nonostante la concorrenza cinese, l’Europa continua a investire strategicamente per rafforzare la sua capacità produttiva di idrogeno verde. Aziende come DeNora in Italia stanno espandendo la loro capacità con nuove fabbriche moderne, mentre altri produttori cinesi stanno considerando piani per stabilire produzioni locali in Europa per mantenere l’accesso privilegiato al mercato europeo. Questi investimenti sono cruciali per garantire che l’Europa possa mantenere una posizione di leadership nell’innovazione e nella sostenibilità nel settore emergente delle energie rinnovabili.

Il futuro dell’idrogeno verde rappresenta una delle sfide più significative e promettenti per l’Europa e il resto del mondo nel campo delle energie rinnovabili. Con una strategia chiara e un impegno continuo verso l’innovazione tecnologica e la sostenibilità, l’Europa potrebbe mantenere e rafforzare la sua posizione di leader nel mercato globale dell’idrogeno verde. Tuttavia, la competizione intensa e la rapida evoluzione delle dinamiche globali richiedono una vigilanza costante e una risposta adattativa per capitalizzare sulle opportunità emergenti e affrontare le sfide nel percorso verso un futuro energetico più sostenibile.

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