Negli ultimi anni, l’effetto dei social media sulla salute mentale, in particolare di piattaforme come Instagram, ha suscitato un ampio dibattito tra esperti, genitori e adolescenti stessi. L’annuncio recente da parte di Meta, società madre di Facebook e Instagram, di collaborare con ricercatori indipendenti per studiare questo impatto è un passo significativo verso una maggiore comprensione scientifica della questione.
Instagram e salute mentale
Il programma pilota, sviluppato in collaborazione con il Center for Open Science (COS), prevede che un gruppo selezionato di ricercatori possa accedere a dati specifici di Instagram per un periodo di sei mesi. Questi dati includono informazioni come il numero di account seguiti dagli utenti e il tempo trascorso sull’app, ma non includeranno dati demografici né il contenuto dettagliato di post, commenti e messaggi, al fine di proteggere la privacy degli utenti.
Il modello adottato, noto come “Registered Reports“, implica una revisione paritaria delle metodologie di ricerca prima della raccolta dei dati, promuovendo così la trasparenza e riducendo potenziali bias. Questa iniziativa è stata salutata come un passo avanti significativo nella promozione della qualità e dell’etica della ricerca scientifica.
Curtiss Cobb, vicepresidente della ricerca di Meta, ha enfatizzato l’importanza di questo progetto, affermando che “abbiamo bisogno di più dati per comprendere il quadro completo di come supportare al meglio i giovani negli spazi online“. Tuttavia, alcune voci critiche, come quella della dott.ssa Candice Odgers dell’UC Irvine, suggeriscono che Meta potrebbe fare ulteriori passi avanti per garantire la completezza e la trasparenza dei dati condivisi.
Holden Thorp, direttore editoriale di Science, ha sottolineato l’importanza di mantenere un approccio critico riguardo al controllo finale dei dati da parte di Meta. Questo richiamo riflette una preoccupazione comune tra gli esperti riguardo alla gestione e all’interpretazione dei risultati delle ricerche sponsorizzate da grandi società tecnologiche.