L’Ente Nazionale Protezione Animali impugnerà anche la seconda ordinanza con cui il Presidente della Provincia di Trento Maurizio Fugatti condanna a morte l’orsa KJ1. Questo secondo provvedimento segue di poche ore un primo, emanato subito dopo la presunta aggressione ai danni del turista francese e ritirato dalla Provincia Autonoma di Trento. La prima ordinanza, ricorda la Protezione Animali, era stata bloccata dal Tar per le evidenti lacune dell’atto. “Con questa nuova condanna a morte Maurizio Fugatti smentisce se stesso e riconosce davanti all’opinione pubblica che il primo ordine di uccisione era sbagliato nella forma, come nella sostanza. Tale ordine – spiega Enpa in una nota – non aveva altro presupposto se non quello di trovare un pretesto per uccidere un orso”.
Secondo l’associazione animalista, anche il secondo provvedimento emanato dalla Provincia autonoma di Trento “contiene evidenti vizi di forma e di sostanza, giacché, pur individuando in KJ1 l’animale coinvolto nell’incidente di Dro (al riguardo la prima ordinanza non contiene alcuna indicazione), non fornisce particolari esaustivi sulla dinamica dell’incidente. Abbiamo presentato istanza di accesso agli atti per conoscere il rapporto della Forestale, ma – prosegue Enpa – non è detto che la Pat ottemperi e, soprattutto, che lo faccia rapidamente. Peraltro già in passato, quando abbiamo chiesto informazioni alla Provincia, ci siamo scontrati con un muro di gomma. Riteniamo doveroso che tutti i particolari della vicenda siano resi pubblici. Ora come ora, senza mettere in dubbio la buona fede del turista, qualsiasi fattore, anche un’imprudenza, potrebbe aver causato l’incidente”.
Al di là di queste considerazioni, afferma l’Enpa, al momento non sembra ricorrere nessuno dei presupposti previsti dal Pacobace per la gestione degli orsi “problematici”, tanto più che fino ad oggi KJ1 non ha dato segni di confidenza con l’uomo. “E anche quando tali presupposti sembrassero sussistere, dovrebbero essere comunque dimostrati con prove fattuali e circostanziate. Cosa che finora Fugatti non ha fatto, poiché – conclude l’Ente Nazionale Protezione Animali – evidentemente il Presidente della Provincia autonoma di Trento cerca solo pretesti per continuare la sua personalissima guerra contro i plantigradi“.
Anche l’Oipa ricorre
L’Organizzazione internazionale protezione animali (Oipa) ricorrerà al Tribunale regionale di Giustizia amministrativa di Trento contro l’ennesima ordinanza di abbattimento. “Questa volta si tratta di una mamma orsa di 22 anni, la più anziana del Trentino, con i cuccioli al seguito, KJ1, che nella sua vita non ha mai creato alcun problema”, si legge in una nota dell’Oipa.
“Ricomincia una corsa contro il tempo per fermare la caccia all’orsa e la sua uccisione, che speriamo non sia già avvenuta. Invece di prendere provvedimenti incruenti per mettere in sicurezza gli escursionisti e gli stessi plantigradi, Fugatti preferisce la rappresaglia e la violenza, lasciando sgomente non solo le associazioni protezionistiche ma anche la stragrande maggioranza dell’opinione pubblica a livello nazionale”, continua la nota.
KJ1, già oggetto di un’ordinanza di abbattimento contingibile e urgente firmata lo scorso 16 luglio sospesa dal Tar, è accusata di avere ferito agli arti, non gravemente, un turista sul “Sentiero delle Cavre” a Dro, continua l’Oipa. L’identificazione sarebbe stata fatta attraverso tracce di materiale biologico. E a neanche 20 chilometri da Dro ieri sono stati ritrovati i corpi di una mamma orsa e di un suo cucciolo che la una nota stampa della Pat ha sbrigativamente attribuito all’attacco di un altro orso.
“Siamo di nuovo alle prese con uno spietato mandato di uccidere un orso che fa l’orso. Un’altra reazione “corpo a corpo”: l’unica risposta che sembra conoscere il Presidente della Provincia autonoma di Trento, Maurizio Fugatti che, invece di favorire e promuovere una serena convivenza con i plantigradi, come fanno altri amministratori, vuole vedere morto un animale che ha attaccato in un contesto ancora non chiaro”.
L’Oipa ricorda che la legge provinciale “ammazzaorsi” è oggetto di una procedura Pilot innanzi alla Commissione Europea e potrebbe essere incostituzionale anche per violazione dell’articolo 9 della Carta costituzionale.