Scavi di Populonia, i ritrovamenti raccontano la storia di Ledeltius | FOTO

Nuovi ritrovamenti raccontano la storia di Ledeltius, uno schiavo che riuscì a riconquistare la libertà
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Un calamaio in ceramica a vernice nera, alcuni stili per scrivere sulle tavolette cerate e un frammento di una bambola di ceramica appartenuta a una bambina dell’epoca romano-repubblicana: questi reperti eccezionali sono emersi dagli scavi di una domus aristocratica, distrutta da un incendio intorno al 50 a.C., rinvenuta nel Parco Archeologico di Baratti e Populonia. I ritrovamenti raccontano la storia di Ledeltius, uno schiavo che riuscì a riconquistare la libertà. Stefano Camporeale, docente del Dipartimento di Scienze Classiche e Beni Culturali dell’Università di Siena, e Marta Coccoluto, responsabile del Parco, hanno spiegato i dettagli in anteprima all’ANSA.

Ledeltius era un contabile al servizio di un influente personaggio politico della Populonia di epoca romano-repubblicana, suo dominus. Il suo nome – la lettera L (probabilmente abbreviazione di Lucius, molto diffuso) e la lettera T (iniziale di un gentilizio ancora non identificato) e Ledeltius, il suo nome greco latinizzato – è inciso sul calamaio in ceramica a vernice nera trovato durante gli scavi nella parte privata della domus del Parco di Baratti e Populonia. Ledeltius fu probabilmente anche pedagogo per i figli del padrone di casa, tra i quali c’era certamente la bambina a cui apparteneva la bambola il cui frammento è stato ritrovato dai team di ricerca di Camporeale e di Niccolò Mugnai della Faculty of Classics della University of Oxford.

Lo scavo è aperto al pubblico e i reperti saranno mostrati in anteprima in occasione degli appuntamenti “Gli archeologi raccontano”, stasera giovedì 11 e ancora giovedì 18 luglio, alle ore 18 all’acropoli di Populonia.

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