Scoperto il luogo dell’epico “scontro” tra Spartaco e i Romani

Durante la Terza Guerra Servile, Spartaco, un gladiatore trace, fuggì da una scuola di gladiatori a Capua insieme a circa 70 compagni schiavi
MeteoWeb

Un’antica fortificazione romana, coperta di muschio e nascosta in una foresta del sud-ovest dell’Italia, è stata identificata come il luogo in cui le forze romane rinchiusero il famoso gladiatore ribelle Spartaco e i suoi uomini. Questa scoperta storica, annunciata dall’Archaeological Institute of America (AIA), getta nuova luce sulla Terza Guerra Servile (73-71 a.C.), una delle ribellioni degli schiavi più famose dell’antichità. La fortificazione, lunga circa 2,7 chilometri, situata nella foresta di Dossone della Melia, in Calabria, è stata identificata grazie alla collaborazione tra archeologi e un gruppo ambientalista locale.

La scoperta del Muro di Pietra

L’inizio della scoperta è stato piuttosto casuale. Un gruppo ambientalista locale, che spesso esplora la foresta di Dossone della Melia, ha segnalato la presenza di un’antica struttura in pietra agli archeologi. Questi ultimi, guidati da Paolo Visonà dell’Università del Kentucky, hanno deciso di approfondire le indagini. Utilizzando tecniche avanzate di rilevamento, come il georadar, il lidar, la magnetometria e il campionamento del terreno, il team ha mappato e studiato il sito.

Il muro di pietra, ora ricoperto di muschio e vegetazione, si estende per circa 2,7 chilometri. Questa struttura rappresenta un esempio classico di fortificazione romana, costituita da un fossato (fossa) parallelo a un tumulo (agger), simile a quelle utilizzate da Giulio Cesare durante l’assedio di Avaricum in Gallia. La sua costruzione senza cancelli e la posizione strategica suggeriscono che fosse destinato a contenere un nemico specifico, in questo caso Spartaco e i suoi uomini.

La Terza Guerra Servile

Durante la Terza Guerra Servile, Spartaco, un gladiatore trace, fuggì da una scuola di gladiatori a Capua insieme a circa 70 compagni schiavi. Questa ribellione si trasformò rapidamente in una guerra aperta contro la Repubblica Romana. Spartaco riuscì a raccogliere un esercito di schiavi e diseredati, e insieme sconfissero ripetutamente le forze romane, seminando il terrore tra i cittadini romani. La sua abilità tattica e il carisma lo resero una figura leggendaria.

Tuttavia, il loro destino cambiò quando furono intrappolati nella regione aspromontana della Calabria. Dopo aver tentato di raggiungere la Sicilia, Spartaco si trovò bloccato dalle forze romane lungo le strade costiere e fu costretto a tentare la fuga attraverso l’Aspromonte. Fu in questo contesto che Marco Licinio Crasso, uno degli uomini più ricchi e potenti di Roma, costruì il muro per intrappolare il gladiatore ribelle.

La struttura della fortificazione

Il muro di Dossone della Melia è un esempio tipico di ingegneria militare romana. Le fortificazioni romane erano spesso progettate per sfruttare la topografia naturale del terreno. In questo caso, il muro è stato costruito senza cancelli, creando una barriera invalicabile che divide l’intera grande area pianeggiante in due parti. Questo avrebbe reso estremamente difficile la fuga per Spartaco e i suoi uomini.

Scoperte archeologiche sul sito

Oltre al muro, gli archeologi hanno rinvenuto numerosi manufatti sepolti nel terreno, tra cui armi di ferro rotte come manici di spade, lame curve, punte di giavellotto e una punta di lancia. Questi reperti suggeriscono che una battaglia significativa si sia svolta in quel luogo durante il periodo tardo repubblicano.

Manufatti e armi

Tra i manufatti rinvenuti, le armi di ferro rappresentano la scoperta più significativa. I manici di spade, le lame curve e le punte di giavellotto indicano che il sito fu teatro di un intenso combattimento. Questi reperti offrono una visione preziosa delle tattiche militari e delle attrezzature utilizzate sia dai ribelli schiavi che dai soldati romani.

Inoltre, sono stati trovati resti di armature e scudi, che confermano ulteriormente la presenza di un conflitto armato. Questi reperti sono stati inviati a laboratori specializzati per analisi più dettagliate, che potrebbero rivelare ulteriori informazioni sulla battaglia e sui partecipanti.

La scoperta del muro di fortificazione in Calabria rappresenta una delle scoperte archeologiche più significative degli ultimi anni. Questa fortificazione non solo conferma dettagli importanti sulla storia della ribellione di Spartaco, ma fornisce anche un contesto archeologico più ampio sulle tecniche di fortificazione e strategia militare romana.

Strategia militare romana

Le tecniche di costruzione delle fortificazioni romane erano avanzate e ben documentate. I Romani erano noti per la loro abilità ingegneristica e per l’uso di fortificazioni per controllare e contenere le forze nemiche. La costruzione del muro di Dossone della Melia è un esempio di come i Romani utilizzassero la topografia naturale e le strutture artificiali per creare barriere efficaci.

Questa scoperta aggiunge un nuovo capitolo alla comprensione della strategia militare romana e del modo in cui gestivano le ribellioni interne. Le fortificazioni come quelle di Dossone della Melia erano cruciali per mantenere il controllo sulle regioni ribelli e per impedire la fuga dei nemici.

La ribellione di Spartaco

La ribellione di Spartaco è uno degli episodi più drammatici della storia romana. Spartaco è diventato un simbolo della lotta contro l’oppressione e della ricerca della libertà. La scoperta del muro di fortificazione offre una nuova prospettiva sulla ribellione e sulle sfide affrontate da Spartaco e i suoi uomini.

Questa scoperta permette agli storici e agli archeologi di comprendere meglio la portata della ribellione e le difficoltà incontrate dalle forze ribelli. Le nuove informazioni emerse dal sito potrebbero portare a una rivalutazione di alcuni aspetti della storia di Spartaco e della sua ribellione.

Condividi