Scoperto un mondo perduto sotto i ghiacci dell’Antartide: com’è possibile?

Come un continente così isolato e attualmente congelato potesse una volta ospitare un ambiente così vivace è ancora inspiegabile
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Nel cuore gelido dell’Antartide occidentale, una squadra di ricercatori ha riportato alla luce un segreto geologico di immenso valore: un sistema fluviale transcontinentale risalente all’era Eocene, tra 44 e 34 milioni di anni fa. Questa straordinaria scoperta, documentata dettagliatamente su Science Advances, non solo riscrive la storia climatica di questo continente antartico, ma solleva anche domande fondamentali sulla sua evoluzione geologica e climatica nel corso dei millenni.

Il contesto geologico e la scoperta

L’Antartide, oggi dominata da imponenti calotte glaciali, non ha sempre conosciuto un tale gelo perenne, ospitava un mondo perduto. Le prime indicazioni di un passato non glaciale emersero già più di un secolo fa, grazie alla spedizione Terra Nova (1910-1913) che portò alla scoperta di fossili dell’albero Glossopteris, una felce estinta, testimonianza di climi più temperati e umidi in un’epoca antecedente all’attuale fase glaciale. Tuttavia, il ritrovamento più recente è stato ancor più sorprendente.

L’analisi condotta dai ricercatori si è concentrata sui sedimenti prelevati dalla piattaforma del Mare di Amundsen, un’area cruciale nell’Antartide occidentale. I campioni raccolti hanno rivelato stratificazioni che indicano due periodi chiave della storia geologica antartica. Il primo, risalente al Cretaceo medio, circa 85 milioni di anni fa, conserva tracce di una foresta pluviale temperata, con fossili di spore e polline che testimoniano di un clima notevolmente più caldo rispetto alle attuali condizioni antartiche.

Ma è il periodo successivo, l’Eocene medio-superiore, che ha catturato l’attenzione dei ricercatori. Qui, i sedimenti mostrano chiari segni di un ambiente fluviale attivo, con strati di sabbia che suggeriscono l’esistenza di un sistema deltaico esteso per oltre 1500 km. Questo sistema fluviale, alimentato da fiumi che scendevano dalle montagne transantartiche, riversava il suo carico nel Mare di Amundsen, plasmando un paesaggio antartico molto diverso da quello odierno.

Un mondo perduto in Antartide

Secondo gli autori dello studio, i dati biogeochimici raccolti supportano questa interpretazione, rivelando la presenza di una sostanza organica terrestre trasportata attraverso questo sistema fluviale transcontinentale. Questi risultati sono stati ulteriormente supportati dai modelli geografici dell’Antartide e dalle teorie sulla corrente circumpolare antartica (ACC), suggerendo che i cambiamenti nei livelli di anidride carbonica siano stati cruciali nella formazione delle calotte polari permanenti che ora coprono gran parte del continente.

Secondo gli autori dello studio: “Un delta del fiume Eocene nell’odierna baia del Mare di Amundsen è anche implicato dai dati di riflessione sismica dalla piattaforma tra i siti di perforazione MeBo70 PS104_20-2 e PS104_21-3. Questi mostrano riflettori nell’unità sismica ASS-2 del tardo Eocene che sono caratteristici delle pianure fluviali e dei sistemi deltivi

Questa scoperta non solo getta nuova luce sul passato climatico e geologico dell’Antartide, ma solleva anche domande fondamentali sulla natura del cambiamento climatico globale e sull’evoluzione degli ecosistemi terrestri nel corso del tempo geologico. Come un continente così isolato e attualmente congelato potesse una volta ospitare un ambiente così vivace è una domanda che apre la porta a ulteriori ricerche e analisi.

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