Abbiamo davvero la memoria corta, soprattutto quando si parla di meteorologia e climatologia. Dal classico “un caldo così non l’ho mai sentito “, che poi d’inverno diventa “questo freddo non l’ho mai provato in vita mia“, ai temi più complessi legati al cambiamento climatico e in modo particolare ai toni catastrofisti che spesso ne accompagnano la narrazione mediatica e popolare. Adesso il tema è quello della siccità in Sicilia, e anche in alcune altre zone del Sud tra Calabria, Basilicata, Puglia e Molise. Stiamo parlando di un problema serio, che esiste e che ha anche proporzioni gravi in Sicilia, ma deve essere spiegato e contestualizzato: non è una catastrofe, non è legato al cambiamento climatico, non è provocato dal riscaldamento globale, si concluderà e si potrebbe fronteggiare egregiamente con le opportune politiche di prevenzione.
Andiamo con ordine.
La siccità che sta interessando la Sicilia è un fenomeno estremamente localizzato in una minuscola area del Mediterraneo e dell’Europa, in un contesto di eccezionale piovosità che da oltre tre mesi sta interessando tutto il Continente.
La mappa che mostra le anomalie di umidità del suolo, e quindi le aree interessate da siccità, di pochi giorni fa, testimonia proprio questa situazione: l’Europa nel suo complesso è interessata da un eccezionale, vastissimo e notevole surplus pluviometrico, mentre in Sicilia si trova l’unica area di tutto il Continente con un’anomalia che arriva al -100% nelle zone interne dell’isola:
La siccità che la Sicilia sta subendo in queste settimane, inoltre, non dipende dalle attuali condizioni meteorologiche, ma ha origini nelle anomalie climatiche dei mesi precedenti.
Le cause meteo-climatiche dell’attuale siccità in Sicilia e l’influenza di El Niño
Il fenomeno di El Niño ha stravolto l’assetto climatico mondiale nei mesi scorsi, tra giugno 2023 e aprile 2024: sono stati mesi caldissimi, ben oltre gli standard del global warming in corso, e hanno determinato una grave anomalia pluviometrica nel Sud dell’Italia. Proprio lo scorso autunno (2023) e l’inverno 2023/2024 sono stati caratterizzati da un deficit idrico importante: non ha piovuto quando doveva piovere, non ha neanche fatto freddo e quindi in montagna non ha nevicato. In questo modo, oggi vengono a mancare le riserve idriche che solitamente sono garantite proprio dalle precipitazioni invernali, in una Regione come quella del Sud Italia in cui da sempre c’è la stagione delle piogge (autunno-inverno) e quella secca (primavera-estate).
Che da metà maggio a metà settembre in molte zone del Sud Italia, e in particolare della Sicilia, non cada neanche una goccia d’acqua, è quanto di più normale ci possa essere nella storia climatologica di quest’area. Il problema, quindi, non è che non piove oggi o non ha piovuto ieri. Anzi. Da maggio le piogge sono tornate, ma in ogni caso siamo nella stagione secca e quindi non potranno bastare – anche qualora fossero abbondanti – per rimediare al problema della siccità nell’immediato. Bisogna aspettare l’autunno.
Il problema della siccità della Sicilia, quindi, dipende dalla mancanza di piogge e nevicate dello scorso autunno-inverno. Dal 1 settembre 2023 al 30 aprile 2024 le precipitazioni sono state complessivamente per la Sicilia solo la metà dei valori normali, ma vi sono aree della Sicilia orientale dove è caduto meno del 30% di quanto atteso in base al clima.
Il cambio di configurazione di maggio 2024 con la fine di El Niño
Dal punto di vista strettamente meteorologico, la causa sinottica della siccità in Sicilia è già risolta. Con la fine di El Niño, da maggio 2024 la configurazione tipica tra l’Europa e il Mediterraneo è cambiata e l’Anticiclone s’è spostato. Infatti da maggio ad oggi abbiamo avuto molte fasi piovose in Sicilia. Questo significa che la siccità finirà a breve: non potrà succedere tra luglio e agosto, ma sicuramente tra settembre e ottobre arriveranno le grandi piogge che porranno fine alla sete del Sud.
Nei giorni scorsi abbiamo avuto forti piogge in Sicilia: tra 2, 3 e 4 luglio ci sono state piogge abbondanti su tutta la provincia di Messina, dove spiccano i 60mm di accumulo a Militello Rosmarino, una rarità davvero eccezionale in piena estate. Già a giugno avevamo avuto alcune fasi piovose particolarmente intense, quella di 12, 13 e 16 giugno poi 24, 25 e 26 giugno. E’ molto raro che in Sicilia ci siano sei giorni di pioggia mensile a giugno. E il mese di maggio aveva fatto registrare notevoli surplus pluviometrici in quasi tutto il territorio siciliano.
I precedenti storici e le grandi siccità della Sicilia
Il problema della siccità in Sicilia non è certo una novità e non può essere in alcun modo correlato al cambiamento climatico e al riscaldamento globale. Da sempre, infatti, ciclicamente, la Sicilia soffre di gravi periodi di siccità: clamorosi quelli degli anni ’70 e ’80, più recente e di fresca memoria quello del 2002, tutti molto più gravi dell’attuale.
A fine maggio, infatti, le precipitazioni accumulate in Sicilia negli ultimi 12 mesi, con una media regionale di 453mm, sono scese sotto la soglia psicologica di 500mm medi, eppure durante la grande siccità del 2002, nello stesso periodo l’accumulo medio era di 415mm. Quindi molto inferiore rispetto a quest’anno. E parliamo di 22 anni fa. Ancora peggio fu nel 1977, ben 47 anni fa.
La grande lezione del Nord
Abbiamo la memoria corta. Anzi cortissima. Fino a poco più di un anno fa, infatti, il Nord Italia ha vissuto una siccità disastrosa, molto peggiore di quella attuale in Sicilia. Le piogge sono mancate per due anni in tutto il settentrione e persino in pianura Padana si è arrivati al razionamento idrico, soprattutto tra Piemonte, Lombardia ed Emilia Romagna. Il leader dei Verdi ha persino portato i sassi dell’Adige in secca in parlamento, accusando il governo di non fare nulla contro l’emergenza. E invece dalla primavera 2023 è iniziato un periodo eccezionalmente piovoso, la siccità è finita, le piogge sono così abbondanti che fiumi e laghi hanno esondato più volte e adesso l’acqua è diventata troppa. Perché la natura tende sempre a compensare i suoi estremi. Nei primi sei mesi del 2024, il Nord Italia ha battuto tutti i propri record pluviometrici.
Ecco perchè i catastrofisti stanno toppando, ancora una volta. Sfruttando la memoria corta, la suscettibilità rispetto alle paure e la comprensibile ignoranza scientifica del popolino. Ma la situazione non è affatto apocalittica, e in ogni caso per evitarla basterebbe compiere le adeguate scelte politiche.
La prevenzione unica arma di contrasto alla siccità
Così come per i fenomeni estremi, il dissesto idrogeologico ma anche le altre calamità naturali quali terremoti e maremoti, l’arma di contrasto più efficace rimane quella della prevenzione. E anche la siccità si può prevenire. Realizzando dighe e bacini tali da conservare l’acqua, che in Sicilia è sempre abbondante nelle zone di montagna, per poi utilizzarla nei periodi siccitosi consentirebbe di evitare ogni tipo di problema. Un altro aspetto rilevante riguarda le reti idriche: in Sicilia e al Sud in generale sono un vero e proprio colabrodo. Oltre il 50% dell’acqua potabile viene dispersa in guasti e perdite delle reti. Già solo rendendo efficienti le reti idriche, non ci sarebbe alcun problema di siccità anche se non dovesse piovere per 9 mesi consecutivi come accaduto quest’anno.
Infine ci sono le tecnologie, come quelle che consentono di desalinizzare l’acqua del mare e che forniscono acqua potabile a Israele, in pieno deserto.
Con le adeguate politiche di sviluppo e la realizzazione delle grandi opere (dighe, reti idriche e impianti di desalinizzazione), la Sicilia non subirà mai le conseguenze della naturale siccità che ciclicamente c’è sempre stata e sempre ci sarà.