Tadej Pogacar, scienza di un fenomeno

Tadej Pogacar ha appena vinto il suo terzo Tour de France completando la doppietta con il Giro d'Italia: non ci riusciva nessuno dall'impresa di Marco Pantani del 1998
MeteoWeb

Tadej Pogacar, fenomeno del ciclismo nato in Slovenia 26 anni fa, ha appena vinto il suo terzo Tour de France scrivendo una pagina di storia epica. E’ riuscito, infatti, 26 anni dopo Marco Pantani, nella doppietta Giro-Tour, vincendo nello stesso anno le due principali corse a tappe del ciclismo mondiale quando ormai in molti pensavano che fosse soltanto una leggendaria impresa del secolo scorso.

Pogacar, però, è un fenomeno tale da scrivere nuove pagine di storia. A vincere Giro d’Italia e Tour de France lo stesso anno prima di lui erano riusciti soltanto in 7, i ciclisti più grandi di tutti i tempi: Fausto Coppi (due volte, nel 1949 e 1952), Jacques Anquetil nel 1964, Eddy Merckx (tre volte nel 1970, 1972 e 1974), Bernard Hinault (due volte, nel 1982 e nel 1985), Stephen Roche nel 1987, Miguel Indurain (due volte, l’unico consecutive, nel 1992 e nel 1993) e appunto Marco Pantani nel 1998.

Mai erano passati 26 anni tra corridori diversi che erano riusciti a centrale la doppietta: tale è stata la potenza di Marco Pantani, che senza ombra di dubbio di doppiette ne avrebbe fatte tante altre senza la grande truffa di Madonna di Campiglio dov’è finita la sua carriera quando aveva già vinto il Giro d’Italia del 1999 ed era il super favorito per il Tour dove poi sarebbe iniziata l’era del doping e dei corridori-robot al potere con Lance Armstrong e la sua US-Postal.

Negli ultimi anni, altri campioni quali Alberto Contador e Chris Froome avevano provato la doppietta ma erano stati “rimbalzati” per strada. Vincenzo Nibali, lo Squalo dello Stretto e il più forte italiano degli ultimi 25 anni dopo Pantani appunto, non ci ha mai neanche pensato. Pogacar non solo ci è riuscito, ma lo ha fatto divertendosi e divertendo. Ha fatto anche il record di tappe vinte negli anni della doppietta: ben dodici, 6 al Giro e 6 al Tour, mai nessuno dei suoi 7 predecessori ne aveva vinte così tante (il precedente record era di Merckx fermo a 11 nel suo anno migliore, 3 al Giro e 8 al Tour).

foto Ansa

E poi ci sono i distacchi, incredibili. Da ciclismo d’altri tempi. Pogacar ha vinto questo Tour con 6 minuti e 17 secondi sul secondo, con oltre 19 minuti sul quarto, con più di 29 minuti sul decimo. Tutto questo dopo che aveva vinto il Giro d’Italia due mesi fa con 10 minuti sul secondo e più di 21 minuti sul decimo. Roba da non crederci. E invece il grande talento sloveno non solo ci è riuscito, ma si è fatto amare da tutti correndo in modo spettacolare e divertendo anche il pubblico per strada con gesti dolci e amorevoli in modo particolare nei confronti dei bambini.

foto Ansa

Corre spensierato, “Taddeo” come lo chiamano gli appassionati italiani. Eppure alla base del suo successo c’è la scienza: Inigo San Millàn, ricercatore basco specializzato in terapia del cancro e campioni dello sport, ha inventato un piano che lui chiama metabolomico (la scienza che studia metaboliti negli organismi), mappando come in ogni possibile situazione (caldo, freddo, salita, pianura, dopo x ore di corsa) ogni singola cellula dei muscoli di Pogacar trasformi in energia ossigeno per darle in quel momento la benzina specifica migliore, come in un rabbocco continuo, per poterla rendere al massimo.

Come spiega Marco Bonarrigo sul Corriere di oggi, San Millan ha tracciato una mappa metabolica (gestita ora da un nuovo coach) che permette di alimentare in modo differenziato le cellule. Nei lunghi ritiri in altura, il sangue dello sloveno viene analizzato in modo continuativo (anche con il metodo di misura della massa di emoglobina, quello con il monossido di carbonio) in modo da prevedere la reazione dell’organismo in ogni possibile situazione, con ogni condizione meteo, permettendo allo sloveno (come si è visto in questo Tour) di sapere esattamente dove scattare, a che ritmo e per quanto tempo. «Possiamo gestire alla perfezione tutto quello che misuriamo» spiega San Millan.
L’uso di «benzina arricchita» che rende Pogi invincibile è la conseguenza degli studi fatti su di lui: se un corridore “normale” può trasformare in energia al massimo 55 grammi di carboidrati l’ora, Poga è allenato ad assorbirne 80 o 100. Questo gli permette di aiutare un’altra qualità rarissima nei suoi muscoli: la capacità di smaltire in tre quattro minuti — spiega San Millan — la stessa quantità di acido lattico che i suoi rivali eliminano dai muscoli in venti minuti.

Anche se il vero segreto del suo successo è il binomio testa-cuore. Fondamentale da affiancare alla scienza del fenomeno.

foto Ansa
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