L’obbligo vaccinale per gli studenti di infermieristica in Puglia ha scatenato un’ondata di proteste, con Azione Universitaria (Au) in prima linea contro quella che definiscono un’iniziativa politica e discriminatoria. La polemica è esplosa a seguito di una legge regionale che permette alle Asl pugliesi di richiedere il vaccino anti-COVID per gli studenti, condizione necessaria per accedere al tirocinio ospedaliero.
Tirocinio e vaccino Covid
Azione Universitaria ha denunciato sui social la situazione: “Non hai il vaccino contro il Covid? Non puoi fare tirocinio in ospedale. Ergo non puoi laurearti.” L’associazione critica la legge, sottolineando come in altre regioni italiane il vaccino non sia più un requisito per il tirocinio, sollevando dubbi sulle basi di questa decisione. “Una legge regionale che in Puglia consentirebbe alle singole Asl di obbligare gli studenti a vaccinarsi qualora lo ritenessero (sulla base di non si sa cosa) opportuno“, ha scritto Au, definendo il provvedimento un “ricatto politico“.
La questione è ulteriormente complicata dal fatto che medici e infermieri senza vaccino siano stati riammessi al lavoro già alla fine del 2022. “Allora perché uno studente che ha solo bisogno di fare esperienza lavorativa e di capire come funzionano i meccanismi ospedalieri viene ostacolato da un ricatto esclusivamente politico?” si chiede Azione Universitaria. L’associazione ha proposto di permettere agli studenti di svolgere il tirocinio in strutture private o in altre Asl dove il vaccino non è richiesto, ma la proposta è stata rifiutata senza spiegazioni.
Il caso di Martina Mitrugno
Particolarmente emblematico è il caso di Martina Mitrugno, studentessa di 21 anni al terzo anno di Infermieristica. Martina, che ha scelto di non sottoporsi a nessuna profilassi vaccinale fin dall’inizio della pandemia, è stata esclusa dal tirocinio a causa del cambiamento delle norme. Per i primi due anni, infatti, aveva ottenuto autorizzazioni temporanee tramite visite mediche specifiche, ma per il terzo anno il procedimento è cambiato, lasciandola fuori dalle strutture sanitarie.
Di fronte a queste contestazioni, l’epidemiologo Pier Luigi Lopalco, docente di Igiene all’università del Salento e consigliere regionale del Pd, ha risposto fermamente: “Un infermiere che non capisce l’importanza delle vaccinazioni è bene che faccia un altro mestiere.” Secondo Lopalco, “la vaccinazione del personale sanitario dovrebbe essere un obbligo etico, prima ancora che amministrativo“, poiché “gli operatori sanitari devono essere i primi a vaccinarsi per diversi motivi: proteggere se stessi ed i pazienti; evitare assenteismo nella stagione epidemica; essere d’esempio per i cittadini.” Conclude Lopalco, “se uno studente delle professioni sanitarie non comprende questo concetto, significa che ha studiato poco e male.”
La vicenda ha acceso un dibattito acceso sul ruolo del vaccino COVID-19 nel settore sanitario e sulle libertà individuali degli studenti di medicina e infermieristica, mettendo in luce le tensioni tra esigenze sanitarie e diritti personali.