Una ricerca dell’Osservatorio Geofisico Unimore quantifica l’aumento delle temperature a Modena e sul Monte Cimone, rilevando un raddoppio delle tendenze nelle temperature massime e minime nel periodo 1981-2018 rispetto al periodo 1951-2018. Ad esempio, a Modena, il trend delle massime ha raggiunto +0,84°C per decennio, mentre sul Cimone si attesta a +0,62°C per decennio. Le temperature minime mostrano un trend di +0,77°C per decennio a Modena e +0,80°C per decennio sul Monte Cimone.
Questi dati suggeriscono un possibile riscaldamento di ben 8°C in un secolo se i trend attuali dovessero proseguire.
La ricerca, dal titolo ‘A comparative analysis of temperature trends at Modena Geophysical Observatory and Mount Cimone Observatory, Italy’, è stata pubblicata in modalità open access sulla rivista International Journal of Climatology della Royal Meteorological Society.
Condotto dai ricercatori Sofia Costanzini, Mauro Boccolari, Stephanie Vega Parra, Francesca Despini, Luca Lombroso e Sergio Teggi, il lavoro si basa su dati provenienti da due stazioni meteorologiche storiche: l’Osservatorio Geofisico di Modena, in area urbana, e l’Osservatorio di Monte Cimone, posto a 2165 metri di altitudine in libera troposfera. A differenza di studi basati su ‘reanalisi’, ossia ricostruzioni modellistiche di dati passati, questa ricerca utilizza dati osservati direttamente, garantendo una maggiore precisione nelle conclusioni, spiega Unimore.
Per la prima volta, lo studio quantifica il contributo del fenomeno dell’isola di calore urbana (UHI) a Modena, che ha contribuito fino al 645% all’aumento delle notti calde. A Modena, i giorni caldi sono aumentati di 27,5 per decennio e le notti calde di 29,5 per decennio, mentre sul Cimone l’incremento è stato rispettivamente di 15 giorni e 22 giorni per decennio.
Inoltre, i “giorni di ghiaccio” (ID), una volta comuni durante l’inverno a Modena, sono ormai quasi scomparsi, salvo sporadiche apparizioni come durante il “nevone di febbraio 2012”. Al monte Cimone – aggiungono gli esperti Unimore – si è osservato un drastico calo, da 110 giorni a 60-70 giorni all’anno nell’ultimo decennio.