CME innesca suggestive aurore boreali “a sorpresa”, visibili in Europa e USA

Le aurore boreali rimangono uno dei fenomeni naturali più affascinanti e misteriosi
MeteoWeb

Aurore boreali hanno illuminato i cieli di latitudini medie ieri, grazie a un evento di origine solare noto come espulsione di massa coronale (CME). Questo fenomeno, pur iniziando con un impatto apparentemente debole sulla Terra, si è rivelato uno spettacolo di luce affascinante, estendendo l’aurora fino a regioni non solitamente coinvolte da queste manifestazioni.

L’evento è stato innescato da una CME che ha colpito la Terra, rilasciando particelle cariche che hanno interagito con la magnetosfera terrestre. Sebbene all’inizio non abbia dato luogo a tempeste geomagnetiche significative, un flusso costante di vento solare ha progressivamente creato le condizioni perfette per scatenare una “sottotempesta aurorale”. Questa situazione, descritta metaforicamente come una gara tra la lepre e la tartaruga, ha dimostrato che la persistenza può vincere anche nel contesto della meteorologia spaziale.

Sara Housseal, specializzata in meteo spaziale, ha spiegato in un post su Xche “nonostante le basse velocità del vento solare, un Bz negativo sostenuto per più di 8 ore ha permesso all’aurora di svilupparsi e apparire debolmente anche a latitudini medie“. Questo Bz è una componente del Campo Magnetico Interplanetario (IMF) che, quando orientato verso Sud, facilita la connessione tra il campo magnetico della Terra e la CME, consentendo alle particelle solari di penetrare nella magnetosfera.

Le CME sono eruzioni di plasma e campi magnetici provenienti dal Sole, che trasportano atomi elettricamente carichi, noti come ioni. Quando queste espulsioni raggiungono la Terra, possono dare origine a tempeste geomagnetiche, durante le quali gli ioni interagiscono con i gas presenti nell’atmosfera terrestre, emettendo energia sotto forma di luce. Questo spettacolo luminoso è conosciuto come aurore boreali nell’emisfero settentrionale e aurore australi in quello meridionale.

Il meccanismo che ha portato alla formazione delle aurore ieri è stato complesso ma affascinante. Quando il vento solare incontra la magnetosfera terrestre, la compressione della magnetosfera sul lato rivolto verso il Sole provoca la formazione della magnetopausa, la barriera tra il vento solare e il campo magnetico terrestre. La maggior parte delle particelle solari viene quindi deviata, trascinando la magnetosfera in una lunga coda sul lato notturno del pianeta. Tuttavia, in presenza di un IMF orientato verso Sud, si verifica un allineamento favorevole tra il campo magnetico terrestre e la CME, consentendo alle particelle di fluire nella magnetosfera e causando una “riconnessione magnetica”. Questo processo rilascia energia che accelera le particelle verso la Terra, innescando una sottotempesta aurorale.

Le sottotempeste aurorali si manifestano con un’improvvisa intensificazione della luminosità e con movimenti rapidi delle aurore. Il fisico spaziale Tamitha Skov ha descritto poeticamente questo fenomeno come un elastico che si tende e poi si rilascia, liberando energia in un lampo di luce e movimento.

Secondo lo Space Weather Prediction Center della NOAA, gli effetti persistenti della CME hanno raggiunto livelli moderati di tempesta geomagnetica G2 alle 22:59 EDT (04:59 ora italiana). Questa attività ha offerto agli osservatori di USA ed Europa (segnalazioni da Canada, Oregon, Colorado, Danimarca, Scozia) l’opportunità di ammirare uno spettacolo celeste di rara bellezza, con aurore dinamiche e colorate che hanno attraversato i cieli.

L’evento è un simbolo di come la meteorologia spaziale sia un campo in continua evoluzione, capace di riservare sorprese anche quando le previsioni iniziali appaiono poco promettenti. Le aurore boreali rimangono uno dei fenomeni naturali più affascinanti e misteriosi, in grado di catturare l’immaginazione di chiunque abbia la fortuna di osservarle.

Condividi