Almeno cinquanta siti patrimonio mondiale dell’UNESCO potrebbero essere spazzati via entro il 2050 a causa dei cambiamenti climatici. Lo rivela uno studio di Climate X, un’organizzazione specializzata nell’analisi dei dati sul rischio climatico.
Cambiamento climatico e siti UNESCO
I ricercatori di Climate X hanno utilizzato avanzati modelli climatici per prevedere come fenomeni come inondazioni, erosione costiera, frane, tempeste e cicloni potranno influire su alcuni dei monumenti più celebri del mondo. “Le nostre scoperte rappresentano un duro avvertimento per i governi, i conservazionisti e la comunità globale affinché diano priorità alla salvaguardia del nostro pianeta, preservando i nostri monumenti antichi, i nostri beni e le nostre infrastrutture attuali e proteggendo la vita oggi e in futuro,” ha dichiarato Lukky Ahmed, CEO e co-fondatore di Climate X.
Lo studio evidenzia come il cambiamento climatico rappresenti una minaccia crescente per i siti UNESCO, che attualmente comprendono 1.223 luoghi ritenuti di importanza inestimabile per il patrimonio culturale e naturale del nostro pianeta. Utilizzando la piattaforma Spectra di Climate X, il team di ricerca ha analizzato come le variazioni climatiche potrebbero influenzare proprietà, beni e infrastrutture in vari scenari, prevedendo i potenziali rischi derivanti da sedici pericoli climatici diversi, dal caldo estremo ai cicloni tropicali e alle inondazioni.
Il sistema Subak di Bali
In cima alla lista dei siti a rischio c’è il sistema Subak di Bali, in Indonesia, noto per i suoi antichi sistemi di irrigazione, che è vulnerabile a inondazioni, giornate di caldo estremo e siccità. Tra gli altri siti minacciati figurano il Parco nazionale di Kakadu in Australia, l’Opera House di Sydney e il Tempio del Sole di Konarak in India. Questi luoghi potrebbero subire danni irreparabili se le emissioni globali di gas serra continueranno ad aumentare al ritmo attuale.
L’analisi di Climate X si basa su algoritmi che quantificano il rischio di eventi meteorologici estremi per modellare la probabilità futura di danni causati da diversi pericoli climatici attraverso otto scenari di riscaldamento, su un orizzonte temporale di cento anni. Questo lavoro rappresenta un appello urgente per l’azione: la comunità internazionale deve prendere misure immediate per proteggere questi siti iconici, che sono testimoni della storia e della cultura umana.