Eruzione Etna, i dettagli: nube eruttiva alta 10km e colate laviche

L'Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia, Osservatorio Etneo riassume i dettagli dell'eruzione prodotta dall'Etna domenica 4 agosto
eruzione etna 4 agosto 2024
MeteoWeb

Diminuisce l’eruzione dell’Etna che ha iniziato a dare spettacolo all’alba ma ha anche provocato tanti disagi per la ricaduta di materiale vulcanico sulle località vicine. In un aggiornamento sulla situazione, l’Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia, Osservatorio Etneo, comunica che “dalle immagini della rete di videosorveglianza dell’INGV-OE si osserva che la fontana di lava dalle ore 07:30 UTC circa è gradualmente diminuita. La fontana di lava ha prodotto una nube eruttiva che, nella fase più intensa, ha raggiunto un’altezza di circa 10km sul livello del mare e si è dispersa verso est e sud-est. È stata segnalata ricaduta di materiale piroclastico in località Fleri, Fornazzo, Santa Venerina, Stazzo, Torre Archirafi, San Giovanni La Punta, Aci Castello”.

Durante la fontana di lava sono stati inoltre prodotti trabocchi lavici dall’orlo occidentale del Cratere Bocca Nuova. Personale INGV-OE in area sommitale ha rilevato che è presente una colata attiva diretta verso nord-ovest, il cui fronte si attesta ad una quota di circa 3000 metri. È inoltre presente un’altra colata tra il Cratere di Nord-Est ed il Cratere Voragine. Persiste un’attività esplosiva al Cratere Voragine”, si legge nella nota dell’INGV-OE.

L’ampiezza media del tremore ha raggiunto i valori massimi tra le 02:30 e le 07:10 UTC di oggi. Successivamente, si è osservato un decremento rapido dell’ampiezza che, tuttavia, permane nell’intervallo dei valori elevati, pur con qualche fluttuazione, mostrando una tendenza al decremento. Per quanto concerne il centroide delle sorgenti del tremore, durante la fase di massima ampiezza era localizzato nell’area del cratere Voragine. Dall’inizio della fase di decremento dell’ampiezza, il centroide è localizzato in un’area ad est della congiungente Voragine-Cratere di Sud-Est ad una elevazione di circa 2600-2700 metri s.l.m.”, spiegano gli esperti INGV-

“A partire dalle 07:20 UTC circa, anche l’attività infrasonica ha mostrato un rapido decremento, portandosi su valori da bassi a molto bassi. L’ultimo evento infrasonico localizzato (10:22 UTC) risulta al cratere Voragine e ha avuto un’ampiezza bassa. Le reti di monitoraggio delle deformazioni del suolo hanno mostrato, nel corso dell’episodio di fontana di lava, le seguenti variazioni: Rete GNSS: nessuna variazione significativa. Rete tilt: alla stazione ECP, la componente N194E ha cumulato una variazione pari a circa 2.5 mrad, mentre la componente N104E ha cumulato una variazione pari a circa 5 mrad. L’inversione del trend di deformazione è stata osservata intorno alle 7:12 UTC. Stazione strain DRUV: lo strain mostra una variazione complessiva in decompressione (anche in questo caso fino alle 7:12 UTC) pari a circa 350 nstrain. Dal momento dell’inversione del trend la variazione osservata è pari a circa 40 nstrain in compressione”, conclude l’INGV-OE.

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