Il Soccorso Alpino del Friuli Venezia Giulia, e non solo, si trova sempre più spesso a dover gestire situazioni causate dall’imprudenza e dalla scarsa preparazione degli escursionisti, trasformandosi di fatto in un servizio taxi gratuito. Un esempio emblematico è Curnila, dove l’elicottero sanitario è stato mobilitato 3 volte in 10 giorni per soccorrere persone in difficoltà lungo il torrente Arzino. Calzature inadeguate e cartelli di pericolo ignorati sono all’ordine del giorno.
Nella Val d’Arzino, i soccorritori hanno trascorso notti intere a cercare presunte persone in difficoltà, solo per scoprire che le urla di aiuto erano semplicemente grida di divertimento di scout. Anche gli escursionisti inesperti contribuiscono alla pressione sui soccorsi: un trentenne e un 82enne sono stati soccorsi per stanchezza durante le escursioni, richiedendo interventi con fuoristrada e ambulanza.
Episodi come questi, tra cui un’attivazione di emergenza per un cellulare caduto da un ciclista, alimentano la frustrazione dei volontari, spesso costretti a intervenire per situazioni evitabili. L’aumento delle richieste ingiustificate sottolinea la necessità di maggiore consapevolezza e preparazione tra chi si avventura in montagna.