In Italia, la gestione delle risorse idriche presenta delle criticità preoccupanti. Secondo i dati recenti della Cgia di Mestre, ogni 100 litri di acqua immessi nella rete per usi civili, ne arrivano all’utente poco meno di 58. I restanti 42 litri si perdono lungo le infrastrutture idriche, traducendosi in una dispersione complessiva di 3,4 miliardi di metri cubi all’anno.
La dispersione d’acqua
Le differenze regionali sono marcate. In alcune città del Mezzogiorno, come Potenza, Chieti e L’Aquila, la dispersione arriva a circa il 70%, mentre in località come Pavia e Como la perdita è inferiore al 10%. La Cgia di Mestre denuncia che “In un periodo in cui nel Mezzogiorno non piove dallo scorso inverno e le temperature in questi mesi estivi hanno raggiunto livelli spaventosamente elevati, avere in questa ripartizione geografica una dispersione superiore al 50% dell’acqua potenzialmente utilizzabile è un vero e proprio delitto“.
Ogni giorno, in Italia, consumiamo 25 milioni di metri cubi d’acqua per uso civile. Le cause principali della dispersione includono “le rotture presenti nelle condotte, l’età avanzata degli impianti, ad aspetti amministrativi dovuti a errori di misurazione dei contatori e agli usi non autorizzati (allacci abusivi)“. Inoltre, la presenza di fontanili nelle aree urbane, in particolare nelle zone montane, può contribuire a perdite significative. “Nella campagna romana e abruzzese, i fontanili sono degli abbeveratoi in muratura utilizzati dagli agricoltori e dagli allevatori nelle tenute e nei recinti per il bestiame“.
I consumi d’acqua in Italia
L’Italia è il Paese europeo con i consumi idrici più elevati, con un totale di 40 miliardi di metri cubi all’anno. Questo colloca l’Italia al primo posto in Europa per l’uso dell’acqua, seguita da Spagna e Francia. A livello regionale, la situazione è particolarmente critica in Basilicata, dove la dispersione è pari al 65,5%. In contrasto, l’Emilia Romagna, con un tasso di dispersione del 29,7%, risulta essere la regione più efficiente nella gestione dell’acqua.
Tuttavia, non tutte le regioni meridionali mostrano alti tassi di spreco. Ad esempio, a Lecce la dispersione è del 12%, inferiore rispetto a Milano, dove il 13,4% dell’acqua immessa viene perso. Di fronte a questa sfida, sono in atto interventi significativi. Il Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (Pnrr) ha previsto un investimento di 4,3 miliardi di euro per la realizzazione di nuove infrastrutture idriche, la riparazione e digitalizzazione delle reti, nonché il potenziamento del sistema irriguo e della depurazione delle acque. Inoltre, un ulteriore miliardo di euro è stato destinato al Ministero delle Infrastrutture per ridurre le perdite nelle reti di distribuzione.