Italia a rilento sulla mobilità elettrica: biocarburanti avanzati al centro della transizione verde

I dati forniti dall'European Alternative Fuels Observatory (EAFO) indicano che i biocarburanti già oggi rappresentano il 4,4% del settore dei trasporti nell'UE
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Nel 2024, si prevede che più di 80.000 nuove vetture elettriche potrebbero unirsi al parco auto italiano, portando il totale dei veicoli elettrici circolanti a circa 300.000 unità. Tuttavia, questo dato rimane ben lontano dagli ambiziosi obiettivi del Piano Nazionale Integrato Energia e Clima (Pniec), che mira a raggiungere i 4,3 milioni di veicoli elettrici entro il 2030, un traguardo fondamentale per il raggiungimento della neutralità climatica.

La mobilità elettrica in Italia

Secondo Antonio Sileo, Programme Director presso la Fondazione Eni Enrico Mattei e Direttore dell’Area Sostenibilità presso I-Com, la transizione verso una mobilità più sostenibile in Italia è ancora troppo lenta. “Nonostante le politiche a favore dell’elettrificazione e dei biocarburanti, sono ancora i combustibili fossili a soddisfare il 95% del fabbisogno energetico complessivo del settore dei trasporti, che, purtroppo, sono responsabili del 21,3% delle emissioni globali di anidride carbonica“, afferma Sileo. Questi dati sottolineano la necessità di accelerare il passaggio verso tecnologie più ecologiche e sostenibili.

La situazione appare ancora più critica se si considerano le proiezioni future. Mentre la crescita delle auto elettriche procede a rilento, c’è un notevole interesse per i biocarburanti. Secondo le stime presentate da Sileo in vista dell’evento “Fueling Tomorrow“, che si terrà a BolognaFiere dal 9 all’11 ottobre 2024, i biocarburanti di prima generazione potrebbero rappresentare il 2,3% del consumo complessivo dei trasporti entro il 2030. Più promettenti sono i biocarburanti avanzati, che potrebbero addirittura superare l’obiettivo del 5,5% fissato dalla direttiva europea RED III, raggiungendo l’11,6% grazie a meccanismi di incentivazione per il biometano avanzato e altri biocarburanti avanzati.

La necessità di “neutralità tecnologica”

Paolo Angelini, amministratore delegato di BolognaFiere Water&Energy, ha sottolineato l’importanza di questa evoluzione nel contesto globale. “A livello mondiale, il settore dei trasporti assorbe da solo il 26,2% del consumo finale di energia e nell’Unione Europea il 28%. Gli obiettivi di sostenibilità hanno reso l’industria automobilistica mondiale sempre più innovativa e hanno spinto la ricerca nel settore di nuovi carburanti sempre più ecologici“. Angelini ha poi evidenziato la necessità di una “neutralità tecnologica” nella transizione energetica, promuovendo non solo l’uso di idrogeno ed elettricità, ma anche di carburanti tradizionali decarbonizzati attraverso processi di raffinazione avanzati e l’adozione di nuovi vettori energetici green.

I dati forniti dall’European Alternative Fuels Observatory (EAFO) indicano che i biocarburanti già oggi rappresentano il 4,4% del settore dei trasporti nell’UE, contribuendo a una riduzione del 5,5% delle emissioni di gas serra dai carburanti per il trasporto su strada. Questo dimostra il potenziale dei biocarburanti come soluzione immediata e pratica per ridurre l’impatto ambientale del settore dei trasporti.

In Italia, tuttavia, il panorama resta complesso. A fine 2023, le vetture circolanti erano quasi 41 milioni, con un incremento di 30 milioni rispetto ai 50 anni precedenti. Le auto elettriche rappresentano meno del 5 per mille del totale, mentre le ibride non raggiungono il 5%. Questo rallentamento nel processo di sostituzione del parco auto, accentuato dalla pandemia, mette in discussione la possibilità per l’Italia di rispettare gli impegni di neutralità entro il 2050, come stabilito dall’Accordo di Parigi.

Angelini ha concluso sottolineando che la transizione green non può affidarsi esclusivamente all’idrogeno o all’elettrico, ma deve considerare un mix energetico che includa anche i carburanti tradizionali, resi sempre più ecologici grazie alla ricerca. “Quello della neutralità tecnologica è un obiettivo non più procrastinabile“, ha dichiarato, rimarcando l’urgenza di un approccio più integrato e flessibile per affrontare le sfide climatiche.

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