Italia e Sudafrica: il nuovo accordo che lancia l’astronomia africana verso una nuova era

L’assemblea ha visto la partecipazione di migliaia di astronomi e scienziati provenienti da tutto il mondo
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Dal 6 al 15 agosto 2024, la città di Città del Capo si è trasformata nel cuore pulsante dell’astronomia globale, ospitando per la prima volta in Africa la 32ª assemblea generale dell’Unione Astronomica Internazionale (UAI). Questo evento, che ha attirato i più grandi esperti mondiali del settore, rappresenta una pietra miliare non solo per il continente africano ma anche per l’intera comunità scientifica internazionale, segnando un nuovo capitolo nella storia dell’astronomia.

L’assemblea ha visto la partecipazione di migliaia di astronomi e scienziati provenienti da tutto il mondo, impegnati in discussioni e presentazioni sui temi più avanzati della ricerca astronomica. Tra i protagonisti indiscussi, il telescopio spaziale James Webb, che sta riscrivendo la comprensione dell’universo primordiale e l’identificazione di nuovi esopianeti, e il progetto SKA (Square Kilometre Array), destinato a rivoluzionare lo studio dell’idrogeno neutro e a fornire nuove risposte sui misteri dell’universo. “La scelta di Città del Capo come sede dell’UAI 2024 è un riconoscimento esplicito dell’impegno che il Sudafrica mette nello sviluppo dell’astronomia a livello mondiale,” ha spiegato Pierguido Sarti, ex addetto scientifico presso l’Ambasciata d’Italia in Sudafrica.

L’astronomia africana

L’evento non è solo un riconoscimento dell’impegno sudafricano, ma anche una celebrazione del rinnovato interesse e investimento nel settore astronomico in tutta l’Africa. Dal MeerKAT, il precursore dello SKA, agli innovativi telescopi come l’Event Horizon e l’African Very Long Baseline Interferometry Network, il continente sta rapidamente affermandosi come un hub di ricerca astronomica di rilevanza globale. L’Osservatorio Astronomico del Sudafrica (SAAO) ha ricordato come l’Africa abbia una lunga storia con l’astronomia, risalente alla creazione dell’Osservatorio Reale del Capo di Buona Speranza nel 1820.

L’espansione della ricerca astronomica in Africa è sostenuta da numerose iniziative regionali, tra cui l’osservatorio di Entoto in Etiopia, operativo dal 2013, e la costruzione del telescopio Marly di un metro in Burkina Faso nel 2017. Questi sforzi stanno contribuendo a creare una rete di collaborazioni scientifiche che va dall’Etiopia allo Zambia, passando per la Nigeria e il Sudafrica.

L’Italia e il Piano Mattei

L’Italia, con il suo piano Mattei, si pone come un attore chiave nel rafforzamento delle relazioni spaziali tra Africa ed Europa. Il governo italiano, attraverso l’Agenzia Spaziale Italiana (ASI), ha delineato un ambizioso progetto per trasformare la base spaziale Luigi Broglio di Malindi, in Kenya, in un centro nevralgico di formazione e ricerca spaziale per tutto il continente africano. Teodoro Valente, presidente dell’ASI, ha annunciato che “Stiamo investendo in questo centro per ampliarlo: è in costruzione un nuovo edificio, che sarà la sede della Scuola Internazionale dello Spazio, aperta a tutti i paesi africani, ma anche un laboratorio dedicato alla formazione sui cubesat e un museo dello spazio.

Questa collaborazione tra l’Italia e l’Africa non si limita alla base di Malindi. Il governo italiano ha espresso la volontà di fungere da ponte tra l’Agenzia Spaziale Africana, in fase di costituzione, e l’Agenzia Spaziale Europea (ESA), promuovendo una cooperazione che possa sostenere lo sviluppo economico e la sicurezza in Africa attraverso la scienza spaziale.

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