Uno studio della Fondazione Tettamanti dell’Irccs San Gerardo dei Tintori di Monza e dell’Università di Parma, pubblicato sul British Journal of Haematology, ha rivelato che due proteine, Asct2 e Snat5, contribuiscono alla resistenza delle cellule tumorali alla chemioterapia nella leucemia linfoblastica acuta. Queste proteine agiscono come trasportatori, permettendo alle cellule tumorali di acquisire aminoacidi essenziali, come l’asparagina, anche quando l’agente chemioterapico asparaginasi è utilizzato per privarle di questa sostanza vitale. In particolare, l’asparaginasi mira a eliminare l’asparagina, fondamentale per la sopravvivenza delle cellule tumorali, ma la resistenza si sviluppa quando queste cellule riescono a ottenere asparagina dall’ambiente circostante grazie ai trasportatori Asct2 e Snat5.
La ricerca suggerisce che inibire l’azione di queste proteine potrebbe ripristinare l’efficacia della chemioterapia, impedendo alle cellule tumorali di assimilare l’asparagina e migliorando i risultati del trattamento. Questo approccio potrebbe anche ridurre il supporto delle cellule mesenchimali stromali al tumore, contribuendo ulteriormente a contrastare la resistenza terapeutica.