Trento ospita oggi un’opera d’arte insolita che porta con sé una profonda riflessione sociale. Il noto street artist Ozmo, il cui vero nome è Gionata Gesi, ha recentemente lasciato una sua creazione nel sottopasso di via Anna Maestri. L’opera ritrae un’orsa con un’aureola e un cartello che riporta la frase “Siamo bestie“. Questo omaggio a Kj1, l’orsa uccisa pochi giorni fa in Trentino dopo aver aggredito un turista, vuole stimolare una riflessione sulla nostra responsabilità nei confronti degli animali con cui condividiamo il pianeta.
Ozmo, originario di Pontedera, è noto per le sue opere provocatorie che affrontano temi sociali e politici, inclusi gli immigrati e l’inquinamento. Nel 2016, aveva già dedicato un’opera a un orso a Ponte di Legno in Val Camonica. La sua arte non è solo una forma di espressione, ma un mezzo per sollevare interrogativi e promuovere una maggiore consapevolezza.
Le dichiarazioni di Ozmo
Riguardo alla sua ultima creazione, Ozmo ha dichiarato all’ANSA: “Ci deve essere un modo di affrontare il problema senza sterminare gli animali. Serve responsabilità. Se non siamo noi a trattarli in un modo decente che cosa possiamo aspettarci?“. Con questa dichiarazione, l’artista sottolinea l’urgenza di un approccio più umano e riflessivo verso la fauna selvatica.
Ozmo, che spesso usa il suo lavoro per sollevare questioni critiche, ha aggiunto: “Attraverso quest’opera, vorrei far riflettere sulle contraddizioni nella nostra percezione degli animali selvaggi. L’arte non deve solo essere carina o consolatoria o decorativa, ma deve anche provocare e stimolare una riflessione che porti ad un cambiamento in meglio. Dovremmo interrogarci se l’emergenza rappresentata dalla fauna selvatica in Italia sia risolvibile con l’abbattimento o se esistono modi più strategici e lungimiranti per affrontarla. È facile risolvere la questione a fucilate. Serve un altro modo di pensare”.
Con questa opera, Ozmo non solo celebra la memoria di Kj1, ma ci invita anche a considerare le implicazioni più ampie delle nostre azioni verso il mondo naturale. La sua arte funge da specchio delle nostre scelte e delle nostre responsabilità, esortandoci a trovare soluzioni più compassionevoli e sostenibili.