E’ l’Australia il vero grande miracolo delle Olimpiadi di Parigi 2024: con 18 medaglie d’oro, 19 d’argento e 16 di bronzo (53 totali) è arrivata quarta nel medagliere complessivo, dietro soltanto al Giappone che ha vinto due ori in più (ma otto medaglie complessive in meno) e ai colossi USA e Cina. Mai era andata così bene l’Australia in un’edizione dei Giochi Olimpici, neanche in quelli di casa a Sydney nel 2000 quando arrivò a 58 medaglie totali, ma solo 16 d’oro, due meno di quest’anno a Parigi.
L’Australia ha battuto tutti i record della sua storia grazie agli sport acquatici: ha vinto 18 medaglie nel nuoto, di cui ben 7 d’oro. Altri tre ori sono arrivati dalla Canoa slalom, con la grande Jessica Fox, portabandiera del Paese (due ori nella canoa monoposto e nel kayak monoposto) e Noemie Fox (un oro nel kayak cross). Tanti successi anche dal Ciclismo (complessivamente tre ori, due argenti e tre bronzi tra strada, pista e BMX), due ori dallo Skateboard, uno ciascuno da sport tra i più nobili in assoluto quali Tennis, Vela e Atletica.
A fare la differenza per il miracolo dell’Australia è la popolosità del Paese: stiamo parlando di una Nazione in cui vivono meno di 26 milioni di persone. Il Giappone, che è arrivato terzo davanti di un soffio, conta 126 milioni di abitanti. La Cina, seconda, addirittura un miliardo e 415 milioni. Gli Stati Uniti, primi, 342 milioni di abitanti.
Tra i primi dieci Paesi del medagliere, soltanto i Paesi Bassi hanno meno abitanti dell’Australia (17 milioni contro 26), e sono comunque più indietro. All’undicesimo posto c’è la Nuova Zelanda, 5 milioni di abitanti e ben 20 medaglie di cui 10 d’oro. Un altro piccolo grande miracolo. Anche la Nuova Zelanda ha vinto moltissimo negli sport acquatici (Canoa, Canottaggio e Vela) e nel Ciclismo su Pista, oltre ad Atletica, Rugby e Golf. Tutti sport nobili e antichi.
La cultura sportiva di Australia e Nuova Zelanda non è una novità: sono tra i Paesi più evoluti al mondo, in cui lo sport è la base per la formazione dei giovani e uno sviluppo sano dal punto di vista civico, umano e fisico. E non è un caso neanche che sia per l’Australia che per la Nuova Zelanda la maggioranza delle medaglie arrivino dalle donne.